Pubblica Amministrazione: andare oltre la class action contro la sua inefficienza

par Bernardo Aiello
giovedì 7 gennaio 2010

La fine del 2009 ci ha portato, gradito regalo, l’azione collettiva contro l’inefficienza della Pubblica Amministrazione e dei concessionari dei servizi pubblici. Il provvedimento, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri in data 17.12.09, consente anche ai cittadini/utenti di regolare i propri rapporti con la Pubblica Amministrazione mediante procedure giudiziarie collettive, in tutto eguali a quelle entrate in vigore il primo gennaio 2010 per i consumatori nei confronti di aziende produttrici.
 
L’unica differenza sostanziale è che, per questa via, non sarà consentito al cittadino/utente di chiedere risarcimenti economici, essendo limitato il risultato dell’azione al ripristino della correttezza dell’azione della Pubblica Amministrazione.
 
Dando per scontato una pronta ed incisiva applicazione della norma da parte della Magistratura, si resta in attesa di ulteriori passi lungo quel difficile percorso di ricerca del buon funzionamento della Pubblica Amministrazione, cominciato nel 1990 con la legge n. 241, che ha introdotto il diritto di accesso agli atti amministrativi, ossia il principio della trasparenza della sua attività.
 
In particolare appaiono oggi rilevanti le esigenze dei cittadini in merito a:
Sul primo punto occorre considerare senza pregiudizi la normativa europea, che spesso impone la scelta attraverso una pubblica gara del soggetto concessionario di un pubblico servizio, con ciò mirando all’introduzione del libero mercato anche in questo settore economico. Un recente esempio lo si è avuto con il decreto Ronchi sulla liberalizzazione dei pubblici servizi, ivi compreso quello di erogazione dell’acqua agli edifici.
 
Orbene, le gare per l’affidamento di un servizio pubblico (almeno quelle di cui è a conoscenza il vostro reporter) non hanno come base le tariffe applicate al pubblico e, pertanto, sovente finiscono per portare alla scelta di un soggetto privato che svolge una attività economica in regime di monopolio senza alcun obbligo in tema di tariffe applicate all’utenza.
 
Se l’Europa è questa, proprio non ci piace; e, lungi dal rassegnarsi ad essa, le Associazioni dei consumatori hanno il compito di intervenire a tutela dell’utente e dei costi che esso è chiamato a sostenere. Ad esempio chiedendo alla classe politica un chiaro ed esaustivo intervento normativo per i concessionari di pubblici servizi in regime di monopolio e per le tariffe da essi applicate.
 
Il secondo punto riguarda, invece, il non infrequente caso di abusi della Pubblica Amministrazione, subiti senza reazione dal cittadino per timore di conseguenze.
 
Un esempio esplicativo. Supponete di partecipare ad un esame pubblico per l’iscrizione ad un albo professionale e di aver assegnato un compito non pertinente la materia di esame. Ad esempio di partecipare ad un esame per l’iscrizione all’albo dei restauratori e di aver assegnato, invece, un compito relativo ad argomenti di ingegneria strutturale.
 
Ovviamente è possibile imporre per via giudiziaria alla Commissione Esaminatrice l’annullamento della prova e la sua ripetizione su un diverso e più pertinente argomento, ma questo non accade mai; perché l’esaminato può ottenere per via giudiziaria la ripetizione dell’esame, ma ha ben poche speranze di superarlo dopo aver agito in giudizio contro la Commissione.
 
Insomma, i funzionari pubblici sono uomini in carne ed ossa e non possiamo certo assimilarli all’ “uomo macchina” di La Mettrie, soprattutto se riconosciamo loro meriti e demeriti nella loro attività; inoltre agiscono all’interno di un sistema, che sino ad un certo punto può essere conosciuto dal cittadino/utente mediante le norme sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione.
 
Ne consegue la necessità di tutela dal mobbing del cittadino/utente, che ha intrapreso a ragione una azione giudiziaria contro una Pubblica Amministrazione.
 
Benvenuta la class action contro l’inefficienza della Pubblica Amministrazione, ma si deve andare ancora oltre.

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