Profitti della banche alle stelle, ecco chi ci ha guadagnato con la crisi…

par Francesco Rossolini
mercoledì 29 luglio 2009

 

Dopo aver assistito a vere scene di tragica e teatrale disperazione degli amministratori di tutti i gruppi bancari del mondo, che guarda caso sono rimasti tutti al proprio posto con il solito suntuoso stipendio, ecco che si scopre che in verità gli aiuti dei vari stati stanziati per aiutare il settore bancario sono finiti nelle avide mani di banchieri che sono divenuti più ricchi di prima.

Con buona pace dei poveri ed intercambiabili impiegati di banca, espropriati inesorabilmente dello status che un tempo li rendeva privilegiati, che sono stati licenziati a centinaia di migliaia in tutto il modo per ridurre i costi, si scopre che le banche godono in effetti di ottima salute.

E come potrebbe essere diversamente? Gli investimenti spazzatura sono stati scaricati tutti al parco buoi, appellativo gentilmente attribuito dagli addetti ai lavori ai risparmiatori, ed a fronte di un costo del denaro ai minimi storici le banche continuano in tutto il mondo a spillare interessi spropositati, tutto a vantaggio delle banche stesse. Chiaramente gli interessi pagati dalle banche su conti e depositi si sono invece assottigliati fino allo svanire per il “necessario” adeguamento al costo del denaro.

Questi cambiamenti peggiorativi nei confronti dei clienti vengono tranquillamente applicati su conti e depositi già stipulati mediante la fantastica pratica della “variazione unilaterale delle condizioni”. Ovvero quella bella lettera inattesa e scritta in “babilonese” che ogni tanto arriva a casa e quasi nessuno riesce a leggere.

Poi da qualche mese a questa parte, in maniera perlomeno non etica, le banche hanno iniziato ad aggiungere delle voci ai già inquietanti estratti conto, voci che chiaramente sottraggono denaro ai malcapitati correntisti come la spettacolare “spese di segreteria”.

Ma non basta infatti per le piccole e medie imprese il già difficile rapporto con le banche è divenuto ora insostenibile; queste aziende, linfa vitale dell’economia italiana, ora sono state messe in ginocchio dalle folli pretese e condizioni delle banche. Ad esempio in Italia le spese per lo scoperto di conto e per i fidi nei confronti delle imprese possono aumentate fino a 30 volte con le nuove norme appena varate, chiaramente a parità di esposizione debitoria. Ciò è inqualificabile e insostenibile.

Tutto questo senza che il ministro dell’economia Tremonti ed il governatore della banca d’Italia Draghi facciano nulla di concreto, al di fuori di qualche saltuaria stoccatina. 


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