Primus inter Papi

par Franciscus
lunedì 12 ottobre 2009

L’Eterno Fanciullo dalle Orecchie a Sventola ha ricevuto la Risposta. Un "no".

Bocciata l’immunità delle più alte cariche dello stato che farebbe a pugni con uno degli articoli della nostra Costituzione che è una delle cose più belle della nostra storia politica.

Qui il primo capoverso:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Mi aspettavo reazioni immediate: le camicie verdi con i fucili caricati a grappa, Casalinghe forziste aizzate da Barbara d’Urso a tirare fuori mestoli e forchettoni e dare l’attacco al palazzo. Mi attendevo tronisti tatuati con la bavetta alla bocca difendere il loro Dyo al grido "Maccioè veramenteperò, tipo quasi, Maria fammi parlare...". Mi aspettavo che le veline dessero il silicone per la patria e gli avvocati tirassero qualcosa di meglio dello slogan "primus super pares" (che ne so: "hodie mihi, cras tibi", "pater istruitus, filium purem").

E invece si è limitato a insultare due comunisti a caso (fra cui il Presidente della Repubblica) e a dire alla Bindi che è brutta di fronte a Bruno Vespa, imbarazzatissimo di fronte alla cafonaggine iperbolica del suo padrone, che ha abbozzato addirittura un "la prego, Presidente" che gli costerà la carriera per quanto a Papi gli girano ’sti giorni.

Mah, insomma: Papi, facce ride... facce Tarzan, chessò...

All’improvviso mi alzo all’alba e penso sia solo un sogno, ma l’inno nazionale che si fa fischiettare allegramente mi dice che oggi, tutto sommato, sento meno cattivi odori in questo mio amato Paese delle banane.


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