Primi passi per appropriarsi della cosa pubblica: la privatizzazione della Difesa

par Giuseppe Caglioti
lunedì 18 gennaio 2010

La casta ha iniziato a mettere le mani sulla cosa pubblica in modo incisivo. Per ora comincia con la Difesa, successivamente saranno la Scuola o la Sanità a farne le spese. Tutto a discapito della collettività, che oltre a vedere la propria sicurezza nazionale sottoposta a precetti e regole riguardanti il profitto, vedrà tutto lo stato sociale trasformarsi lentamente in uno Stato privatizzato, tutto a vantaggio di lobbies di privati gestite dai politici e dai loro clientes, ma, ahimè, a sicuro svantaggio del bene comune.

In alcuni film dei primi anni novanta si vedevano strane cose: prigioni gestite da multinazionali, forze di polizia pubblica che dovevano in parte rispondere a holdings di privati, e quant’altro.

 

Era un futuro remotissimo e immaginario, nessuno avrebbe mai pensato che questa cosa sarebbe potuta divenire una realtà, anche perché alcune cose, specie quelle che hanno valore strategico per il bene e la sicurezza dell’intera nazione, in mano ai privati - che inevitabilmente hanno in mente la semplice logica del profitto - stridono in modo inevitabile a contatto con le esigenze dell’intera collettività.


Quasi un mese fa un noto settimanale riportava un articolo che sollevava il problema, con il titolo Forze Armate e Privatizzate”. Da allora solo pochi blog hanno riportato la notizia, è nata perfino una pagina su facebook contro questa iniziativa sancita tacitamente dalla finanziaria – tal cosa è iniziata con il disegno di legge numero 1373 presentato al Senato il 10 febbraio 2009.

La cosa che mi ha lasciato senza parole, è che tutto ciò sta avvenendo sotto i nostri occhi, ma senza che i mass media diano alcuna notizia di ciò. 


Secondo queste fonti, le Forze Armate passeranno entro poche settimane sotto il controllo della Difesa Servizi Spa, senza alcun dibattito parlamentare sulla faccenda. Così, sarà un consiglio d’amministrazione di una società privata, i cui dirigenti saranno scelti dal Ministro della difesa in persona, a decidere su faccende di sicurezza nazionale, senza che il Parlamento ci ficchi minimamente il naso. In tutto ciò, tale holding potrà spendere fino a 5 miliardi l’anno, potrà gestire i beni demaniali del ministero, vendendoli al migliore offerente, costruirci sopra centrali nucleari, inceneritori, creare eventuali siti di stoccaggio di scorie nucleari e quant’altro. Il tutto coperto dal segreto militare senza che il cittadino possa dare il proprio veto, e soprattutto, al servizio dei privati, che con i soldi pubblici e dei contribuenti faranno profitti per le loro tasche.


Ci sono molte cose che in questa storia, oltre a dare letteralmente ai nervi, fanno pensare a possibili scappatoie per attuare da un lato progetti avversi all’intera opinione pubblica, ma che hanno grande importanza per questo governo – il progetto nucleare è uno di questi - e dall’altro l’idea malsana che questa classe politica ha da sempre in mente, ossia la lenta e progressiva privatizzazione dello Stato.


Quando alcuni hanno parlato della classe politica attuale come fosse una casta di politici e lobbisti, tra cui lo scrivente, molti probabilmente hanno forse pensato che c’era troppa retorica in quelle parole, e che il tentativo di appropriarsi della cosa pubblica era da collocarsi in un futuro remoto e ipotetico. Invece lo “smantellamento dello Stato” è iniziato già, e tutto con il beneplacito della classe politica tout court.

In concreto, enti al servizio della collettività, saranno controllati da holdings private, che con i soldi pubblici si arricchiranno, grazie ai mastri pupari della politica che sceglieranno i managers di tali multinazionali tra i loro pupilli, clientes e amici.

Per ora sta toccando alla Difesa, più in la alla Scuola e poi alla Sanità.

L’Italia rischia di entrare in una pericolosa spirale distruttiva, a vantaggio di pochi e a svantaggio di tutta la collettività.


In tutto ciò, la nota dolente è che i servizi d’informazione nazionali tacciono, non trovando “stranamente” alcun interesse nel dare alla cosa la giusta e dovuta attenzione.

Allo stesso modo non c’è stata alcuna accesa dichiarazione di qualcuno; tutti tacciono, opposizione e media, mentre il governo attua i suoi “strani” propositi.


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