Oro a più di 1200 $ l’oncia. La questione è veramente grave

par Francesco Rossolini
giovedì 3 dicembre 2009

L’Oro ha superato la quotazione stellare dei 1200 $ l’oncia, sorprendendo analisti ed economisti. Poiché è vero che nei momenti di crisi l’oro è un classico bene rifugio ma la quotazione raggiunta è talmente smisurata dal palesare la totale sfiducia in ogni altra forma d’investimento. In particolar modo le banche centrali, di paesi come la Cina, L’India, il Brasile e L’Arabia Saudita, solo per citarne alcun,  non hanno più fiducia nel dollaro e nell’euro e stanno realizzando una propria imponente riserva aurea.

Si badi la richiesta di oro fisico per l’alta gioielleria è in sensibile calo quindi le quotazioni dell’oro sono in sostanza determinate dagli enormi acquisiti fatti dalle banche centrali e dalle controllate delle banche d’affari.

La bolla speculativa dell’edilizia si è sgonfiata a dismisura, tutti i paesi occidentali hanno accumulato un debito pubblico preoccupante per cercare di tamponare gli effetti della crisi, la disoccupazione in USA come nella UE è prossima nei dati, se non superiore nella realtà, al 10% e il futuro è particolarmente difficile se si tiene conto della maggiore capacità di ripresa  dimostrata dalla Cina e dall’India, che non fa che indebolire ancor di più le industrie occidentali.

La finanza, in sostanza, ha valutato che è molto più sicuro rifugiarsi nell’oro che non rischiare dando credito alle aziende, ovvero alla ripresa economica.

Tale scelta, pur mostrando tutta la sua miopia già nel medio periodo, è però molto fruttuosa per chi non si preoccupa se non del raggiungimento degli obiettivi e dei bonus ad essi correlati. 


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