Omofobia, razzismo e legge: impressioni personali

par Cesare Lazzini
mercoledì 14 ottobre 2009

La bocciatura della proposta di legge Concia sulle aggravanti per i reati a sfondo omofobico apre il campo ad aspre diatribe. Ma personalmente ho qualche dubbio che la legge fosse necessaria.

Premessa: non sono un giornalista, non sono un penalista nè un civilista, cerco di capire cosa mi succede attorno e potrei dire un sacco di stupidaggini, quindi sarei contento se questo articolo fosse preso come spunto di riflessione e, magari, commentato da qualcuno che mastica seriamente la giurisprudenza.

Si parla di aggravanti: ho cercato gli articoli già esistenti. Ho dato un’occhiata alle aggravanti comuni (art. 61 c.p.), applicabili a tutti i tipi di reato. L’articolo comprende:


 aver agito per motivi abietti o futili: è abietto il motivo turpe, ignobile, che rivela nell’agente un tale grado di perversità, da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità. Il motivo è futile allorché sussista una notevole sproporzione tra il movente e l’azione delittuosa. Tale circostanza non è compatibile con l’attenuante della provocazione e con il vizio parziale di mente.

Ora, il mio pensiero.

Non ritengo necessaria l’aggravante per omofobia. Perché, sebbene trovi giusto che sia considerata un’aggravante, non credo che nelle leggi vadano mai inseriti riferimenti troppo specifici. Avere una legge per ogni occasione non migliora la giustizia, crea solo ridondanze e codici (civile e penale) destinati inevitabilmente ad espandersi a dismisura.

A differenza per esempio del Ministro Maroni infatti, sono convinto che le leggi debbano essere attentamente ragionate per essere concretamente applicabili pur essendo generali e non specifiche: all’adattare il generale allo specifico pensa l’interpretazione del giudicante (in questo senso, per esempio, la Costituzione è a mio avviso un capolavoro di equilibrio normativo). Di conseguenza, l’omofobia può e deve essere assolutamente considerata fra i motivi abietti e futili, quindi motivo di richiesta di aggravanti.

Il Ministro pensa invece che le leggi debbano essere di due righe, comprensibili ad un bambino e applicate senza interpretazione. Questo necessita leggi estremamente specifiche, come potrebbe essere quella di cui scrivo, o la legge sullo stalking, o la legge sulla clandestinità, o quella sulla prostituzione, o la pena più severa se un reato è commesso da immigrati e questo è il modo più istintivo, emotivo e di conseguenza anche populistico e propagandistico di fare le leggi. Ma la legge, per sua natura e per il suo buon funzionamento, deve essere equilibrio, imparzialità (vi siete mai chiesti perché Dike, dea della Giustizia, fosse rappresentata bendata e con una bilancia in mano?), logica, buon senso, e su questi stessi principi vanno affrontatate la sua stesura o modifica.


Detto questo, il successivo articolo 62 c.p. “circostanze attenuanti comuni” prevede:


 aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale: ha natura soggettiva e il movente deve essere apprezzabile alla stregua degli atteggiamenti etico-sociali prevalenti.

Allora mi chiedo: è necessario inserire nuovi articoli per punire più severamente i reati a sfondo omofobico, razzista, di fede religiosa o politica?

O è forse necessario denunciare fortemente, indignarsi e combattere con la forza della logica e della propria integrità morale e civile la volgare e schifosissima propaganda di certa politica (un partito a caso: la Lega; una citazione necessaria: Borghezio) che, continuamente in modo borderline e talvolta in modo diretto e quantomai aggressivo, fornisce l’humus ideale alla crescita e tendenza alla prevalenza appunto di "atteggiamenti etico-sociali" che quando riconosciuti "prevalenti" sono persino e a ragione motivo della concessione di attenuanti?

Un paio di esempi:




Immagino possiate aver intuito per quale risposta, personalmente, io propenda.


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