Ogni scuola, dai nido alle università, deve essere emanazione diretta del Ministero

par Francesco Rossolini
mercoledì 9 dicembre 2009

L’Italia, nonostante la sciagurata campagna denigratoria architettata ad arte contro la scuola pubblica, ha avuto esempi straordinari nell’educazione pubblica infantile, dai nido fino alle elementari.
 
Il modello educativo italiano degli ultimi trenta anni, fino alle suole primarie, è stato studiato ed emulato da numerose nazioni molto più virtuose della nostra. Purtroppo il Ministro Gelmini non ha saputo far niente di meglio che tagliare e mutilare questo straordinario strumento che è la scuola pubblica italiana. Invece di investire in formazione interna, infrastrutture e nell’aggiunta di nuove discipline, come avviene in Svezia ad esempio, si è deciso di annullare l’esperienza preziosa e fruttuosa della multidisciplinarità gestita da più insegnanti per ogni classe, questo solo ed esclusivamente per risparmiare. Il maestro unico, pur non essendo una sciagura, è comunque una scelta limitante ed un passo indietro nell’educazione primaria. Risparmiare sul valore umano della scuola è qualcosa di mostruoso, non tollerabile, è qualcosa contro cui ogni essere pensante dovrebbe scagliarsi con decisione.
 
Comunque nel quadro generale di sospetto verso i dipendenti pubblici, la crociata del Ministro Brunetta passerà alla storia come esempio di malgoverno all’ennesima potenza, e in questo quadro generale di estrema diffidenza nel corpo docente italiano, composto in verità per larghissima parte da persone preparate ed irreprensibili, ecco che nascono come funghi, nido privati, asili privati, luoghi privati dove si recuperano gli anni scolastici ed addirittura università online private senza né docenti né aule.
 
Ed ecco i risultati della sciagurata demolizione della scuola pubblica: asili privati dove i bimbi vengono seviziati da individui che insegnano senza titoli o senza competenze, e scuole private dove il diploma di maturità o la laurea si acquistano, nel senso letterale del termine.
 
E’ questo il futuro che vogliamo dare alle nuove generazioni? E’ questo ciò che uno stato democratico deve fare, ovvero trasferire al privato anche i servizi fondamentali, come l’istruzione e la sanità, per risparmiare? Certo, invece di realizzare un asilo nido pubblico, dove deve esserci un dirigente scolastico, personale amministrativo, docenti di ruolo qualificati, è molto più comodo trasferire il servizio al privato, ma siamo certi che due signore da sole siano la scelta migliore per educare 30 o 40 bambini? Oppure diviene normale che in carenza endemica di personale, il privato guarda solo ed esclusivamente al profitto, un nido possa divenire un lager?
 
Con buona pace di tutte quelle scuole private che funzionano bene, ma sono una piccolissima minoranza sul mare magnum del business dell’istruzione a pagamento, la mia posizione è nettissima, la scuola deve essere solo ed esclusivamente pubblica. Una scuola deve nascere per volontà dello Stato, i dipendenti devono essere reclutati dal Ministero ed il rendimento deve essere valutato dagli ispettori del ministero. Tutto ciò che avviene ed è sempre avvenuto nella scuola pubblica. Ora se servono asili nido, che vengano realizzati e gestiti direttamente e tradizionalmente dal Ministero della Pubblica Istruzione.
 
Purtroppo appare evidente che l’unica riforma che possa giovare alla scuola pubblica è quella che dovrebbe prevedere Ministri all’altezza della situazione, competenti, con un curriculum studiorum ed un’esperienza in materia consoni al delicatissimo ruolo. 

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