Natale a Beverly Hills: un film mediocre e volgare

par MJAC
lunedì 28 dicembre 2009

 Non tutti in Italia seguono i film di prima visione e sono fanatici di attori, registi e produttori cinematografici. Si sfogliano i vari giornali di "gossip", dove gli scandali, più o meno spinti a seconda di come vengono raccontati, non si contano; si segue la televisione, dove tra un programma e l’altro si intrecciano spasmodicamente "consigli per gli acquisti", spot pubblicitari per cinema e teatro, e propaganda spicciola. Ma non a tutti è forse sfuggito un editoriale sul "Corriere della Sera" di questi giorni, in cui il noto giornalista Ernesto Galli della Loggia si domanda se esistono altri Paesi, oltre l’Italia, in cui un film, che si prevede il più visto dell’anno, "consista in pratica in una serie ininterrotta di volgarità condita di parolacce: una specie di lunga scritta oscena sulla parete del cesso di una stazione".
 
Il film in questione è intitolato "Natale a Beverly Hills" ed è il solito polpettone natalizio proiettato in questi giorni in molte sale cinematografiche italiane. E’ prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis, con la regia di Neri Parenti, e l’attore principale è Christian De Sica, che, pur essendo molto simpatico e figlio d’arte, è ben lungi dalla bravura e dall’originalità del suo grande padre Vittorio. Gli altri attori sono più o meno noti, più o meno figli d’arte, ma fa specie che vogliano rischiare di perdere la faccia partecipando ad un film che di artistico ha solo la volgarità e l’oscenità.
 
Come osserva anche l’editorialista del "Corriere della Sera", è inspiegabile il fatto che, ad eccezione di pochi critici cinematografici, "nessuno reagisce pubblicamente all’ondata di doppi sensi osceni e di turpiloquio che in questi giorni si rovescia ad ogni scena sugli spettatori di "Natale a Beverly Hills".
 
Andando controcorrente lo facciamo noi, che non siamo critici cinematografici, anche per rimarcare la sconcertante, imponente e pacchiana campagna pubblicitaria che TV e giornali hanno riservato a questo film, qualificato dalle Autorità ministeriali "film di interesse culturale e nazionale" e quindi ammesso ai relativi benefici economici.
 
C’è da meravigliarsi ? No, in quest’Italia dove le cose serie vengono derise, dove la vera cultura e i veri valori si perdono in mille rivoli e l’identità nazionale non ha più senso. Dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Dove le persone per bene e gli onesti non conoscono Giustizia.
 
L’Italia, per certi versi, è come se si trovasse nel dopoguerra: vuole uscire dalla crisi ma ha bisogno di divertirsi e di ridere. Ma di ridere sano e salutare, non come un moribondo a cui, come nei film americani, si offre allegramente una sigaretta!
 
In conclusione, si tratta semplicemente di un film mediocre e volgare in un Paese in crisi che meriterebbe molto di più. 

Leggi l'articolo completo e i commenti