Merkel confermata a capo del Governo e senza il freno della Grande Coalizione: ora possono partire i licenziamenti di massa ?

par Francesco Rossolini
martedì 29 settembre 2009

 

La Merkel è stata premiata dall’elettorato tedesco. Anche se ha votato appena il 72,5% degli aventi diritto è riuscita nel suo intento, scrollarsi di dosso la Grande Colazione degli scorsi quattro anni e  fare un governo forte composto dall’ Unione CristianoDemocratica, partito della Cancelliera, e dai LiberalDemocratici. 

Dunque la Merkel potrà governare con fermezza e potrà attuare una politica economica molto più decisa e tale da far uscire definitivamente la Germania dalla crisi. Infatti nei mesi precedenti la Cancelliera è stata costretta ad adottare una politica non troppo dura per non scontentare i potenziali elettori. Molti osservatori hanno attribuito alle elezioni tedesche un fattore limitante nella ripresa post-crisi.

Ora però la Merkel è nuovamente al potere ed addirittura rafforzata. Con buona probabilità verrà dato il via alla massiccia e programmata riduzione degli addetti in esubero, a causa della frenata nella produzione conseguente la crisi, nei settori industriale e dei servizi. Finora tali addetti, che si stima possano essere quasi due milioni, sono rimasti all’interno delle aziende poiché i grandi gruppi  hanno rispettato un tacito accordo con i partiti CristianoDemocratico e LiberalDemocratico di non licenziare prima delle elezioni.

Di certo se la Merkel avesse acconsentito ad una serie di licenziamenti in massa prima delle elezioni l’opinione pubblica avrebbe reagito con un chiaro voto di protesta che avrebbe cambiato, con buona probabilità, l’esito delle votazioni.

Si teme che come accadde nel 2005, quando a seguito di una contrazione nella produzione industriale si attese l’esito delle elezioni prima di avviare i licenziamenti, la Germania possa sacrificare il bene di molti lavoratori in nome del bene comune e della ripresa industriale.

In verità molti economisti guardano con favore ad una politica di massiccio rilancio industriale della Germania, con un’inevitabile contrazione dei costi ottenuta riducendo la manodopera  e lasciando a casa i lavoratori meno protetti ed in esubero. Bisognerà però che si provveda a tutelare in qualche modo anche gli sfortunati che potrebbero venir “sacrificati” per il bene comune. 


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