Martirio in scatola per la telepromozione

par Giulio Cavalli
martedì 15 dicembre 2009

Primo punto inossidabile e scritto. Condanna all’atto folle di un’inciviltà criminale, anche se malata.
 
Quando esce sangue, gocciola anche il pelo e la parte peggiore di un Paese. Siamo un Paese che si è abituato a bere sangue di tutti i gusti, da sempre, con questa nostra sciagurata abitudine di abituarci a tutto per sopravviverci ferendoci di seguito. Abbiamo bevuto sangue di chi ci hanno detto che "comunque alla fine se l’è cercato", abbiamo bevuto sangue in ampolla da via D’Amelio che non ci ha nemmeno lasciato il gusto, abbiamo mangiato sangue di rivolte e rivoltosi condannati al sugo, abbiamo pulito sangue con la pelle di daino mentre si riscrivevano i processi; eppure il sangue in vasetto messo in promozione per la televendita politica è una vetta solo recente.

L’atto contro Silvio Berlusconi è puzzolente e orrido come qualsiasi atto dalla tela criminale; la confettura che coagula in grumo (bipartisan?) per tirare voti giù dal buco del water è l’estrema campagna pubblicitaria di una politica pronta a comprarsi uno stacco per non lasciare invenduta nemmeno l’estrema unzione della dignità. Un sangue sleale, nemmeno qui giù, si era mai visto.

“Un monopolista delle tv che si dichiara vittima dell’informazione di sinistra può dire e soprattutto fare qualsiasi cosa, anche la più estrema. Sarà davvero il caso di mettersi subito al lavoro per realizzare quella vasta convergenza democratica tra tutte le forze che credono nel patriottismo repubblicano e nella revisione dei poteri architrave della nostra Costituzione. La lotta politica tuttavia non può e non deve mai degenerare in rissa, in aggressioni che non debbono trovare giustificazione alcuna”.(Giuseppe Giulietti, Articolo 21).

 


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