Marrazzo in convento. Ma chi sono gli altri protagonisti di questa storia?

par Francesco Raiola
martedì 27 ottobre 2009

Gli amici sono in pensiero per lui, per Piero Marrazzo, come leggiamo da un’intervista che Repubblica ha fatto a Montino. Così, dopo aver avuto l’appoggio della moglie e delle figlie, l’ex Governatore del Lazio lascia la sua casa per chiudersi in un istituto religioso, lontano da tutti, dai politici, dalle polemiche e dai giornali, per “ritrovare se stesso” dice Petrucci, il suo avvocato. E a ore, dicono le persone che gli sono più vicine, in barba alle manovre di partito dovrebbe anche dare le dimissioni da un posto che ormai non gli appartiene più.
 
Marrazzo come ormai tutti sappiamo è rimasto invischiato in una storia che di giorno in giorno si riempie di particolari, quegli stessi particolari la cui ricerca è candannata anche dal sindaco di Roma Alemanno. Una storia di trans e cocaina, di auto blu utilizzate per andare incontro alla sua seconda vita, quella vita nascosta fatta di Natalì e Brenda, quella vita fatta di una misteriosa coca sul tavolo, quella vita che è sua e solo sua.
 
Se mai ci fosse bisogno di ricordarlo, quello che Marrazzo ha fatto con i trans, quello che fa di notte, fuori dalla sua carica istituzionale sono affari suoi, che diventano di interesse pubblico, però, nel momento in cui un uomo che dovrebbe garantire il rispetto delle leggi, sceglie di cedere a un ricatto piuttosto che denunciarlo. Che lo abbia fatto per la moglie, le figlie o per se stesso non conta più. Ormai è di pubblico dominio. Marrazzo è un uomo distrutto, un uomo che ha giocato col fuoco e si è bruciato.
 
Ma ci sono altri punti di questa vicenda che non quadrano, di cui si parla molto poco. Marrazzo non è l’unico protagonista infatti di questa storia. Poco si è parlato dei Carabinieri. Il punto, infatti, è che quattro carabinieri, “mele marce” come sono stati definiti, abbiano potuto mettere in piedi questo giro di ricatti (se le voci su altri casi simili saranno confermate), che abbiano fatto irruzioni non autorizzate dopo aver ricevuto le soffiate di uno spacciatore, che abbiano cambiano più volte versione sarebbe un fatto abbastanza grave da prendersi almeno una porzione di quelle prime pagine dei giornali che hanno impresso a fuoco il volto di Marrazzo. Carabinieri che minacciavano, rubavano, piazzavano la droga per rendere il tutto più scandaloso, che ricordano, come dice anche l’avvocato di Marrazzo, quello che successe con la Uno Bianca, omicidi a parte ovviamente. Carabinieri, insomma, che stando alle dichiarazioni di Marrazzo, “entrando nell’appartamento assumevano un atteggiamento estremamente arrogante, tanto da incutere soggezione e paura, si facevano consegnare da Marrazzo, che avevano riconosciuto come presidente della Regione, il portafogli con i documenti tenendo in un locale separato Natalie e si recavano in un’altra stanza”.
 
Poi c’è Berlusconi, che in questa storia gioca un ruolo, se non di primo piano, di personaggio principale. Il Premier venuto a sapere, in quanto proprietario dei giornali a cui quei filmati erano stati offerti, del ricatto non consiglia a Marrazzo di denunciare, bensì gli gira il numero dell’agenzia fotografica a cui può rivolgersi per ricomprare le foto promettendogli, si apprende dalle cronache, di farle sparire. Un comportamento non proprio istituzionale al massimo. Lo avrà fatto anche per compassione e solidarietà, ma bisognerebbe fermare a riflettere.
 
E infine l’ipocrisia, altro ingrediente di questa storia. L’ipocrisia di chi coglie la palla al balzo per accusare, per portare a termine i propri fini politici. Quelli di sinistra che pur di non perdere il Lazio adesso si impegolano in mille cavilli, come quello dell’autosospensione, e quella dell’opposizione che ora se la ride sotto i baffi, ma che si è ritrovata in passato anch’essa impelagata in vicende non proprio pulite.
 
“Ci sono moltissimi politici che vanno con le prostitute o con i transessuali. Lo sanno tutti. Eppure sono gli stessi che fanno i moralisti e difendono la famiglia. C’è un noto esponente del centrodestra che è stato scoperto con un trans in un luogo pubblico; la vicenda è conosciuta in tutti gli ambienti del palazzo, ma nessuno la racconta. Lo scandalo è che si tratta della stessa persona che in questi giorni chiede a gran voce le dimissioni di Marrazzo”.
 
Se è vero quello che dice Grillini, allora sì sarebbe ancora più grave.

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