Mandiamo Feltri fuori dalla porta

par Paolo Praolini
lunedì 7 dicembre 2009

Il giorno 4 Dicembre il direttore de ‘Il Giornale’ Vittorio Feltri fa un passo indietro sulla vicenda Boffo, ammettendo di essersi sbagliato a lanciare la devastante crociata che ha portato alle dimissioni dell’ex direttore del quotidiano ‘Avvenire’ lo scorso 3 Settembre, storpiandone un’immagine pubblica alla conformazione di un mostro.

 

Feltri con una mossa che sa molto di autodifesa, rinnega il deprecabile attacco mediatico da lui vilmente perpetrato a carico del direttore Boffo, con cui a fine Agosto lo accusava di aver molestato una signora di Terni come risultava da sconosciuti atti processuali.

Poiil dietrofront, con atteggiamento intriso di aria di redenzione, che non coglie nessuno di noi ascoltatori distratto ed impreparato a tal punto da credere in un profondo e meditato atto di pentimento del direttore de ‘Il Giornale’.

Non vogliamo proprio crederci.

Ormai l’azione persecutoria indotta verso il malcapitato Boffo, ha colto nel centro del bersaglio, il principale rappresentante dell’organo d’informazione al servizio della Chiesa e dei cattolici è stato eliminato, tolto di mezzo con la peggiore delle armi, la calunnia.

Si è nello stesso tempo distrutta la credibilità di un personaggio pubblico e delle sue relazioni, ma soprattutto si è creata una profonda lacerazione nelle sue relazioni private e nella propria famiglia.

Il linciaggio mediatico portato nei confronti del direttore di Avvenire ha avuto un effetto devastante, per la sua immagine e per quella della categoria che il suo giornale rappresentava, porgendo così il manico del coltello incastrato già nella ferita, a quella parte della politica che ne ha golosamente inflitto nuovi fendenti.

A questo punto ritengo che da parte di Vittorio Feltri non si possano accettare ulteriori interventi indirizzati al recupero di quanto già disfatto, darei per scontato per lui una dura prova, una condanna da infliggere che ne dia un rendiconto esemplare verso Dino Boffo e soprattutto verso l’opinione pubblica stanca di questo ‘modus operandi’.

In primis chiederei l’espulsione dall’ordine dei giornalisti e lo radierei da ogni esposizione mediatica su testate giornalistiche o trasmissioni TV a tempo indeterminato, in quanto non più rappresentativo ed attendibile per la categoria a cui appartiene e per l’intera opinione pubblica.

E’ giunto il momento che in questo paese si abbia il coraggio di prendere decisioni forti che possano estromettere dai punti focali della diffusione mediatica, personaggi che praticano sciacallaggio e diffamazione al solo scopo di delegittimare un avversario o un inafferrabile concorrente, sottraendosi in questo modo al più pesante e rigoroso confronto.

Sarebbe troppo facile giunti a questo punto di questa torbida vicenda concedere attenuanti all’intollerabile direttore Feltri ed accettarne con tacito consenso le sue squallide proposte di remissione di peccati, indirizzate al proseguire in un prossimo futuro la sua faziosa disinformazione dettata dal suo datore di lavoro.


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