Lodo, Berlusconi corre ai ripari. "Togliere valore di prova a sentenze Cassazione"

par morias
venerdì 9 ottobre 2009

A meno di ventiquattr’ore dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’illegittimità del cosiddetto Lodo Alfano, gli "uomini" più fidati del premier - Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella - hanno annunciato l’intenzione di continuare con la "riforma della giustizia". 

Silvio Berlusconi non è certo il tipo da non prevedere le dovute, e necessarie, contromosse nel caso in cui trovasse sulla sua strada qualche ostacolo che gli impedisca di arrivare a segnare la "meta" decisiva.

L’unico obiettivo del premier è quello che lo muove dal 1993, cioè da quando è "sceso in campo" - L’obiettivo è di evitere di essere sottoposto al giudizio della magistratura per reati per i quali alcuni dei suoi più stretti collaboratori sono stati condannati in primo grado (vedasi il processo a Marcello Dell’Utri e quello all’avvocato inglese David Mills) ovvero con sentenza passata in giudicato (vedasi la condanna definitiva emessa dalla Corte di Cassazione nei confronti di Cesare Previti).

In realtà l’illegittimità costituzionale del Lodo Alfano sancita dalla Consulta non smuove di un millimetro il Cavaliere, ed i suoi legali, dalla strategia difensiva posta in essere negli ultimi otto anni: privare i giudici dei mezzi per poterlo condannare - E quei mezzi sono le norme giuridiche.

Riformare la giustizia significa, per il Presidente del Consiglio, far approvare dal Parlamento - grazie all’ampia maggioranza di governo di cui dispone - le modifiche normative che portino all’impossibilità, per la magistratura, di proseguire i processi per intervenuta prescrizione del reato (almeno nel caso dei processi di Milano riguardante Mediaset e Media Trade).

Gli attacchi di queste ore a tutto l’impianto costituzionale del Paese - dal Presidente della Repubblica alla stessa Corte Costituzionale - sono solo propedeutici a quella che Peter Gomez definisce la vera exit strategy.

L’intenzione è di allungare all’inverosimile i tempi dei processi e puntare alla prescrizione.

E’ lo stesso avvocato/parlamentare Ghedini ad annunciare l’intenzione di sottoporre alle camere un disegno di legge o un decreto - dipende dal "tempo" a disposizione del Cavaliere per l’ennesima porcata - per togliere il valore di prova alle sentenze passate in giudicato.

In poche parole tutte le sentenze gia passate al vaglio della Cassazione, prima di tutto quella di Previti, e in secondo luogo - secondo Peter Gomez - quella che potrebbe portare alla condanna definitiva per Mills gia entro il 2010, pur evidenziando enormi responsabilità penali per il premier, non avrebbero alcun valore. Sarebbe necessario riprendere in mano tutte le carte ricostruendo daccapo tutte le responsabilità del premier.

Si tratterebbe dell’ennesima legge ad personam, che combinata alla ex Cirielli, porterebbe alla più grande operazione mai posta in essere all’interno di una democrazia per salvare un sol uomo.

<<La strategia di Berlusconi non può che essere quella di sempre - dice Gomez - Chiedere che vengano ascoltati centinaia di testimoni, domandare lunghissime nuove perizie sulla rete di conti esteri gestita da Mills, far saltare un’udienza dopo l’altra sollevando una serie di legittimi impedimenti parlamentari suoi e dei suoi legali. Insomma puntare alla prescrizione>>.

In effetti gia il giorno successivo alla bocciatura del Lodo Berlusconi fa sapere che le udienze potranno essere fissate solo se non ci sono impedimenti suoi e dei suoi legali/parlamentari con gli impegni derivanti dalle responsabilità inerente la rappresentanza del popolo - che è a stragrande maggioranza (il 70 per cento) con lui a sostenerlo.



Chissà a quali importanti incarichi parlamentari potranno poi essere destinati lo stesso Ghedini e Pecorella - Forse a quelli di rappresentanza del "made in Italy" in qualche paese estero alleato (naturalmente alleato di Berlusconi), forse nella Russia dell’amico Putin.

E’ proprio sulla ex Cirielli che gli avvocati del Cavaliere devono puntare per portare a buon fine l’operazione.

Mentre prima della ex Cirielli la durata della prescrizione si calcolava in scaglioni di cinque anni e multipli di cinque a seconda della fascia a cui apparteneva la pena massima dell’illecito contestato al reo, oggi invece si guarda direttamente alla pena massima per un determinato reato.

Un esempio ci può aiutare a capire meglio.

Il reato di ricettazione previsto dall’art. 648 c.p. punisce il reo con la reclusione da due ad otto anni.

Essendo la pena superiore ai cinque anni (il reato è punito da due a otto anni) rispetto allo scaglione previsto per la prescrizione, allora il reato si estingueva dopo un periodo di tempo di dieci anni - Con la Cirielli, dato che si guarda al pena detentiva massima per la prescrizione, oggi il reato si estingue in otto anni.
Pertanto la nuova norma entrata in vigore il 5 dicembre 2005 n. 251 accorcia sensibilmente i termini per la prescrizione.

Inoltre sempre la Cirielli prevede che coloro che hanno superato i settant’anni di età, se non recidivi, non possono essere sanzionati con la reclusione - perciò all’epoca venne definita "legge salva-previti".

Silvio Berlusconi ha affermato: <<dovrò sottrarre tempo al Paese per potermi difendere nelle aule di tribunale>>.

Noi pensiamo che possa voler dire solo una cosa: "costringere il Parlamento ad occuparsi delle sue vicende personali che nulla hanno a che fare con il bisogno della nazione di una guida stabile, soprattutto in un periodo di grande depressione economica". 

Credits Foto: Clandestino Web


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