Lezioni d’economia da Tremonti

par materialeresistente
venerdì 15 gennaio 2010

Dicono che Tremonti sia un fenomeno, io penso che sia uno stupido. Un affabulatore che incanta un po’ di gente ma che alla sostanza non dice niente che vada al di là di formulette e frasi banali.
 
L’ultima è quella sul Pil che non intercetta e rappresenta tutta la ricchezza che il paese produce. In effetti è così, lo hanno insegnato anche a mio figlio che ha 15 anni in una delle prime lezioni di economia.
 
Il Pil non misura (ad esempio) il lavoro in nero, quello che fanno le casalinghe (a meno che non si trasformino in cameriere con tanto di busta paga a carico della famiglia), quello che fanno tutti i pensionati che si coltivano le carote e le cipolle nel giardino di casa e che regalano a parenti ed amici. Mi sfugge in tutto questo la Mafia e dove collocarla in termini di produzione del Pil.


Insomma una roba banale che passa come notiziona al TG1, 2 e 3.
Probabilmente lui si riferiva al sommerso, cosa che implicherebbe un tantino di sociologia spicciola tipo: Tizio lavora in nero perché non ha alternativa sennò lo caricano su un aereo come clandestino; Caio lavora in nero perché lo fa come doppio lavoro per sopravvivere. I 100 miliardi rientrati dall’estero non erano né di Tizio né di Caio. Così, tanto per dirne una.

L’altra sera l’ho sentito che diceva una roba sulle aliquote fiscali tipo "un sistema fiscale può essere giusto socialmente ma non efficace, ingiusto ma efficace. Bisognerebbe trovare la via di mezzo". Geniale!
 
Io una lezioncina però la chiederei a lui e a quelli come lui (sì anche a quelli che stanno nella sinistra riformista): scusate ci spiegate come è distribuita la ricchezza e, cosa più importante, come è distribuito il reddito?

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