Lettera aperta a Feltri: quelli del Popolo Viola non sono "amici di Spatuzza"

par albodoro
venerdì 11 dicembre 2009

La manifestazione del 5 dicembre 2009 (No B. Day) è stata una giornata indimenticabile nella storia del nostro Paese. Il popolo viola è sceso in piazza a Roma con idee tanto semplici quanto chiare ed intransigenti per il rinnovamento della politica, per chiedere la fine del berlusconismo e le dimissioni del premier, il rispetto delle leggi e della Costituzione Italiana.
 
E’ la prima volta negli ultimi sessant’anni che semplici cittadini (circa un milione) si autorganizzano, con l’ausilio del web, per manifestare e protestare senza l’aiuto ed il sostegno delle organizzazioni partitiche di opposizione, quasi tutte colluse con il regime.
 
Passi il silenzio stampa della televisione pubblica che non ha mai svolto né svolge il suo compito di servizio pubblico d’informazione, senza mai motivare il diniego alla diretta al fine ovvio di tenere nell’ignoranza, ovvero non far sapere nulla agli italiani ancora legati al catodico e al novello ma insignificante digitale, e non ancora pienamente esperti di internet. In fondo, meglio tacere che stravolgere, e per quella goccia istantanea di pochi secondi su cui hanno fatto un flash su una manifestazione imponente e unica, basta e avanza la distorsione "artata".
 
Ma non possono restare inosservate ed impunite le dichiarazioni di Feltri. "Se fossimo amici di Spatuzza molto probabilmente saremmo Presidenti del Consiglio, mio caro Feltri. Ora basta con l’informazione deviata e tendenziosa, ci siamo rotti di pagare le tasse per versarti i contributi pubblici per poi essere diffamati. Noi non siamo amici di Spatuzza. In Italia c’è il reato di diffamazione": tuona, a ragione, la voce della protesta che arriva unanime dall’Onda Viola.
 
È giunta, effettivamente, l’ora di finirla. È giunta l’ora di farla pagare a chi offende quotidianamente i cittadini e le persone oneste. È giunta l’ora di diventare veramente attivi. E’ per questo che il Popolo Viola ed in particolare il gruppo con crescita esponenziale "Quereliamo "il Giornale" per aver chiamato "AMICI DI SPATUZZA" i manifestanti al No Berlusconi Day" del 5 dicembre 2009 ha deciso di querelare il direttore Vittorio Feltri. È giunta l’ora di farla finita con questa impunità che va dai politici non-eletti ai presunti o sedicenti giornalisti. 
 
È giunta l’ora, per usare la parola-simbolo di Salvatore Borsellino (altro noto amico di mafiosi, vero Feltri?), della resistenza. Difatti, Il popolo delle Agende Rosse di Borsellino ha già garantito appoggio legale ai partecipanti della manifestazione "No B day".
 
Di seguito si pubblica una delle migliaia di diffide a rettificare indirizzate a Feltri e pervenutemi per conoscenza, con preghiera che questa nuova iniziativa, nata dalla rete, possa avere visibilità anche fuori dai confini telematici, in quanto migliaia di italiani presenti Sabato 5 Dicembre a Roma, nonché coloro che hanno potuto manifestare in altri modi la propria adesione alla manifestazione, si sono sentiti profondamente offesi nel vedersi paragonati ad un assassino mafioso.
 
"Gentile direttore Vittorio Feltri,
Le scrivo perché ritengo che la prima pagina del 6 dicembre 2009 del quotidiano da Lei diretto offenda la mia reputazione.
 
L’occhiello del titolo principale ("Di Pietro: per fortuna che Fini c’è") infatti non lascia spazio ad altre interpretazioni: "In piazza gli amici di Spatuzza", in riferimento ai partecipanti alla "manifestazione Anti Berlusconi" - per usare le parole del sommario - collega chi ha aderito alla manifestazione al noto mafioso ora collaboratore di Giustizia, senza specificare il perché ed evidenziando un legame profondo.
 
Essendo stato presente alla protesta di Piazza San Giovanni, Le chiedo se mi può spiegare per quale motivo sono stato definito "amico di Spatuzza". Io non ho niente in comune con l’esecutore materiale degli omicidi di Don Puglisi, di Giuseppe e Salvatore di Peri, di Marcello Drago, di Domingo Buscetta, di Salvatore Buscemi e, soprattutto, di Giuseppe Di Matteo. Né, tantomeno, voglio avere a che fare con l’uomo che si è autoaccusato di aver posizionato l’autobomba che ha eliminato Paolo Borsellino e la sua scorta, ovvero Manuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Io non conosco una simile "bestia", come lo ha definito Daniele Capezzone, né tantomeno voglio risultare suo amico attraverso la sua offensiva e disinvolta penna.

La prego dunque di rettificare tale definizione. Non vorrei vedermi costretto a ricorrere a vie legali per tutelare la mia onorabilità. Le ricordo che il codice penale prevede all’art. 595 il delitto di diffamazione (con l’aggravante dell’utilizzo del mezzo stampa), reato a Lei quantomeno familiare viste le sue numerose esperienze da imputato. Non avrò problemi a produrre le prove della mia presenza alla manifestazione e, soprattutto, la mia estraneità nei confronti di Spatuzza.
 
La informo anche che sono membro attivo del gruppo "Quereliamo "il Giornale" per aver chiamato "amici di Spatuzza" i manifestanti al No Berlusconi Day" che ha oltre 6.900 aderenti nel momento in cui Le scrivo.
 
La invito inoltre, nel caso in cui , come presumo , non l’abbia fatto, a seguire la manifestazione ai seguenti links: link1, link2. Ad onor del vero, quel vero che lei dovrebbe riportare per deontologia professionale, si guardi anche questo materiale:
Spatuzza a processo, e Genchi, tutta una montatura gli arresti di Fidanzati e Necchi, due boss con la prostata, serviti per coprire notizie più importanti, deviare la comunicazione, ed usati fondamentalmente come armi di "distrazione" delle masse".
 
Auspico che il mio modesto intervento contribuisca a dare ampia visibilità a quest’iniziativa della querela contro chi offende fatti , cittadini e verità , per l’alto valore simbolico, politico, di trasparenza, uguaglianza e democrazia che essa rappresenta .
 
D’altra parte è fortemente auspicabile che l’iniziativa vada in porto e che tutti i partecipanti alla manifestazione denuncino "Il Giornale" per diffamazione (ai sensi dell’art. 595 c.p.), se non altro per porre fine al vergognoso balletto di cifre (90.000 per la Questura, 200.000 per Feltri ed altri numeri) che ha accompagnato il No Berlusconi Day.
 
La querela, che si tratti di denunce singole o di una denuncia collettiva, avrà l’indubbio anche se non esclusivo merito di far certificare con sentenza emessa nel nome del popolo italiano sovrano l’effettivo numero degli italiani partecipanti al No Berlusconi Day per chiedere le dimissioni del premier, la restituzione dell’Italia agli italiani, una nuova etica politica che ponga al centro la dignità delle persone, il rispetto dell’ambiente, il riconoscimento del lavoro, la legalità, il valore dei saperi, della conoscenza, dell’informazione e della Rete: un Paese moderno, pieno di gioia di vivere e di partecipare, dinamico, finalmente libero dal modello regressivo del berlusconismo.
 
Loro non molleranno mai? Noi neppure!

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