La UE si rafforza con il trattato di Lisbona. Ora otterrà il ruolo che le spetta ?

par Francesco Rossolini
mercoledì 4 novembre 2009

 

Con la ratifica lunga e sofferta del trattato di Lisbona, il presidente Ceco Vaclav Klaus dopo una lunghissima fase di trattative infine ha firmato il trattato, l’Europa dei 27 ha finalmente la possibilità di conquistare il ruolo internazionale che le spetterebbe, per popolazione e ricchezza, ma che finora non ha ottenuto a causa delle eccessive divisioni e dei particolarismi interni. Il trattato, ora firmato da tutti i paesi coinvolti, dovrebbe entrare in vigore il primo dicembre.

La UE che ha dimostrato una grande solidità monetaria, tenendo bene alla difficile crisi finanziaria che ancora tiene sotto scacco l’economia reale, non dispone però della stessa forza per quanto riguarda la politica estera. Con il trattato di Lisbona la UE, che conta di 500 milioni di cittadini, ha la possibilità di ottenere quel primario peso internazionale che le consentirebbe di fronteggiare lo strapotere di USA e Cina. La frammentazione attuale in seno all’Unione non consente di concretizzare l’enorme forza potenziale dei 27 paesi Europei in essa rappresentati. La mancanza di una politica estera comune frena enormemente la UE.

Con il trattato di Lisbona si potrà a breve nominare un Presidente di Lunga durata ed un vero rappresentate della politica Estera, con poteri decisionali effettivi. Elementi necessari a rendere la UE unita e compatta, un unico organismo con cui il resto del Mondo dovrà confrontarsi, e non più un contenitore vuoto, dal punto di vista politico, come fino ad oggi.

Dunque un passaggio storico epocale che dovrà essere colto con lungimiranza da tutti i paesi membri, per trasformarsi nell’inizio di una nuova era per il Vecchio Continente. 


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