La politica spacca di brutto!

par L’89
giovedì 12 novembre 2009

Te la do, non te la do.

Una breve annotazione. Nel Pdl gli attriti sono evidenti. C’è chi narra di ugole rauche nel post Berlusconi-Fini. Lui, l’ultimo, aiuta e s’aiuta, impelaga e s’impelaga. L’altro, il boss, ha l’adrenalina del coccodrillo alle calcagna. Il partito, insomma, è diviso. Non bastasse il voto di ieri alla camera, che li ha visti andare sotto 2 volte. E quel giuramento di fedeltà che i finiani non autograferebbero. E le frecciate clava-fioretto tra Feltri e il Secolo. E le palesi divergenze ideologiche. E la grana-mica-cazzi di Cosentino. E lo scissionismo cronico dei gruppetti Pdl inSicilia. Evabè.

La cosa bianca. 
Nel Pd l’inevitabile non ha incontrato ostacoli. Placido, è sgusciato Rutelli. Con lui Dellai, Calearo e chissà chi altri. Presentato nome (Alleanza X l’Italia) e logo (un cerotto?). E’ evidente: si saranno soffermati ben poco sull’estetica, ragionando sulle nozze scontate con Casini. Intanto questo perde Tabacci, e gesubambino solo sa quali altri cervelli centristi fiuteranno il nuovo dell’acqua di colonia di Rutelli e il sicuro di qualche lobby influente. Swip, di là. En attendant Follini Binetti.

Caos Idv. 
Idv, aggiungo, pare meno coesa. Molto meno. Alcuni gridano frondista, altri temono che il gioco pulito possa igienizzare capo e vecchie volpi dipietriste. Giornali che non sto qui a citare parlano di misteriose trame ordite alla tavola dell’organo demagistrisiano Micromega (questa fa ridere davvero), che intanto via Salvatore Borsellino e Andrea Scanzi recapita a Grande Capo Bisaccia alcune domande puntute. Da segnalare un Pisicchio partente rotta Rutelli.

Maroni abbaia, Rizzo cerca cuccia, Mastella aiuto. 
La Lega, cazzo. La Lega. Maroni la spara e rutta la possibilità di voti trasversali con l’opposizione in caso di mancati finanziamenti per la sicurezzaBossi lo guarda male. “A cuccia”. Repliche ignote, né assensi sguaiati. Intanto Rizzo s’inventa il sesto partito comunista che non voglio neppure sforzarmi di ricordare. Notiziona, non si candida.

Lo scenario è amorevole, le ragioni ignote. Adesso piace alzare i tacchi e girare le spalle? S’avvicinano le regionali e poltrone e gambe di tavoli fanno comodo e gola? Ci si accapiglia per un posto buono vista soli futuri? In un fiorir di spaccature e divergenze parallele, l’esempio – recessione alla mano e paese in ginocchio – è quello dell’Udeur. Lì, immobile, in stato di fermo.
U’


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