La lettera che invierò a Bersani

par Riciard
mercoledì 2 dicembre 2009

Quella che viene sotto è la lettera che invierò a Pierluigi Bersani. Vi chiedo di correggerla, di aggiungere parti secondo voi mancanti e soprattutto di segnalare la vostra presenza, la vostra firma. Basta che la lasciate tra i commenti, ma scrivetelo, non considererò un commento come adesione, voglio nettamente scritto tra i commenti o per mail (riccardotronci@hotmail.it) che desiderate firmare questa lettera, voglio il vostro nome e cognome, e altri dati (cap ad esempio) se li riterrete opportuni. Vi chiedo di fare girare questa lettera tra tutte le mani e penne possibili. Buona lettura e correzione.

Gentilissimo Pierluigi Bersani,
gentilissimi presso la direzione centrale Pd,
 
siamo un gruppo di cittadini e cittadine, di blogger e frequentatori della rete, che vorrebbe da lei e dal suo indirizzo politico un movimento differente, un’azione e una lettura discontinue rispetto al passato.
 
Cogliamo l’occasione della sua elezione a segretario del Pd, e quindi futuro candidato premier, per avanzarle alcune proposte, scaturite da un ampio dibattito e confronto che è stato portato avanti all’interno della rete per un anno. Ci siamo confrontati tra cittadini, di qualsiasi sesso ed estrazione, sulla questione delle pari opportunità, ognuno con il desiderio di vedere qualcosa di finalmente tangibile in tale direzione.
 
Tale desiderio scaturisce dalla semplice e banale considerazione che conosciamo bene un mondo governato dal maschilismo, o comunque "a sesso unico", un mondo dove la povertà è un difetto, dove la ricchezza è un pregio, dove non è possibile pensare con quiete al futuro dei figli, dove non esistono strutture, sogni, meritocrazia, dove il più debole perde sempre, dove la donna prende forma nell’immaginario maschile come velina, come presenza conturbante e non come essere pensante.
 
Lei saprà che le donne rappresentano solamente il 27% dei quadri dirigenziali di questo paese. Il dato scende di due punti (25%) se si considerano solo le amministrazioni pubbliche. E questo nonostante le donne rappresentino il 52,7% dei dipendenti pubblici (dati Eurispes).
 
Ci siamo chiesti se una maggiore attenzione alla questione delle pari opportunità, se il semplice cercare di combinare due pensieri differenti in una differente idea di nazione e governo potesse essere la soluzione. Ovviamente non abbiamo risposte alla domanda appena rivolta, ma solamente il desiderio di vederla affrontata in maniera tangibile. Vogliamo maggiore presenza femminile nelle file della direzione politica e governativa, vogliamo che anche il pensiero femminile possa essere esposto ai piani alti di questa democrazia.
 
Crediamo che questa presa di posizione sia indispensabile, crediamo che la forza che si definisce progressista in questo paese debba farsi carico di questa battaglia.
 
Per questo le chiediamo:
  • di inserire all’interno del regolamento del PD quote rosa ed azzurre per i quadri dirigenziali, espresse entrambe nella percentuale del 50%. La parità assoluta equivale alla mancanza di percentuali ed è l’unica reale democrazia. Inoltre, ammettendo la partecipazione femminile in eguale misura a quella maschile nei ruoli decisionali, si ammette l’inadeguatezza delle quote rosa parlamentari, decretando di fatto un salto in avanti visibile e reale nei confronti delle forze conservatrici.
  • nel caso di vittoria delle prossime elezioni da parte del Pd, una equa distribuzione dei ministeri, attribuendone rispettivamente il 50% a politici di sesso maschile ed il 50% a politici di sesso femminile.
Certi della sua lettura, speranzosi in una sua risposta, la salutiamo calorosamente, lasciandola alle illuminanti parole di Giorgio Gaber: "Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché è proprio da questo scontro-incontro tra un uomo e una donna che si muove l’universo intero. All’universo non gliene importa niente dei popoli, delle nazioni. L’universo sa soltanto che senza due corpi differenti e due pensieri differenti non c’è futuro".
 
Riccardo Tronci

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