La fine dell’emergenza rifiuti. Una eco-balla?

par WasteEmergency
sabato 2 gennaio 2010

Il 17 dicembre 2009 Bertolaso, Commissario all’Emergenza Rifiuti in Campania, ha dichiarato finita l’emergenza. Ma l’emergenza non era già finita a luglio 2008, quando il primo ministro Berlusconi, con un sorriso più smagliante che mai, aveva dato il benvenuto al ritorno di Napoli in Occidente?
 
Forse l’emergenza non è finita nemmeno lo scorso 17 dicembre. Proprio pochi giorni dopo, il 22 dicembre, ci ha pensato il procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore, a chiarirlo, dichiarando in un’intervista all’emittente Lunaset che non solo l’emergenza non è finita ma anche che “non è più tempo di discariche”.
 
Eppure proprio oggi è stata fatta una conferenza di servizi a Palazzo Salerno (NP), sede del Commissariato all’Emergenza Rifiuti, per dare il via ai lavori che renderanno la cava Vitiello, nel comune di Terzigno, alle falde del Vesuvio, e più precisamente all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, una megadiscarica pronta ad ingurgitare rifiuti per almeno altri quattro anni.
 
Quattro anni di gestione tranquilla” quelli promessi da Bertolaso ai giornalisti che hanno avuto l’onore di avere preso parte allo ‘spazzatour’ organizzato dal Commissariato per il 18 novembre.
 
Ma come, l’emergenza non era risolta? Perché si prevedono solo quattro anni di gestione tranquilla? Se il governo Berlusconi, sulle orme del precedente governo Prodi, è riuscito a costruire un ciclo di rifiuti funzionante in Campania, che si basi sulla differenziazione e riduzione del rifiuto a monte, perché si prevedono solo quattro anni di gestione tranquilla?
 
La verità è, e il Capo della Protezione Civile lo sa meglio di chiunque altro, che quei quattro anni possono venire garantiti solo dall’apertura di una nuova megadiscarica. Perché dall’ultima crisi rifiuti, se così si può chiamare il picco di due anni fa di una situazione emergenziale che dura da 15 anni, non è stato fatto nulla, nulla né per implementare l’ormai obsoleto piano Rastrelli, né per proporne uno nuovo e migliore, né per risolvere, davvero e una volta per tutte, la crisi stessa.
 
Perché?
 
Perché la “monezza è oro”.
 
Ci guadagna la Protezione Civile Spa, che vive di emergenze.
 
Ci guadagna l’industria che spinge la società a consumare e quindi a produrre rifiuti.
 
Ci guadagnano i colossi dell’energia che questi rifiuti non li differenziano, ma stoccano in balle e bruciano, producendo energia. E tante scorie. Da smaltire, ancora una volta, in discarica.
 
Ci guadagna chi ha terreni da adibire a discarica.
 
Ci guadagna chi trasporta i rifiuti in discarica. Che di solito, lo dicono molte Commissioni Parlamentari d’inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti, è la Camorra.
 
Ci guadagna chi, in questo finto ciclo di smaltimento rifiuti, riesce ad infilarci qualche tonnellata di fanghi industriali e scorie varie, sempre grazie alla Camorra.
E, inutile dirlo, ci guadagna quella parte di politica collusa.
 
Ci guadagnano in troppi.
 
Sicuramente non ci guadagnano le ASL, che devono occuparsi della vera emergenza della Campania, quella sanitaria.
 
Infine, chi ci perde davvero è l’umanità, che rinuncia nel modo più ottuso a preservare un ecosistema pulito.

Leggi l'articolo completo e i commenti