La fiducia nei confronti degli istituiti di credito è ai minimi storici nella UE

par Francesco Rossolini
lunedì 14 settembre 2009

 

Anche nell’Unione Europea la percezione che i risparmiatori e le piccole imprese hanno delle banche commerciali è pessima. Il discredito derivato dalla finanza allegra e scellerata, che ha segnato quest’ultima battuta d’arresto nella crescita del mondo Occidentale, ora si somma ad un senso di diffidenza e di sfiducia generalizzati.

Agli occhi dei più le banche non sono altro che un ricettacolo per manager furbastri che ricevono stipendi spropositati, anche di diversi milioni di € all’anno, spillando i risparmiatori.

I risparmiatori si sentono traditi e derubati dei propri soldi anche perché, in questa fase con interessi pagati sui depositi prossimi allo zero, vedono i propri risparmi erosi da una miriade di spese, spesso bizzarre e ingiustificate, che le banche fanno pagare ai propri clienti.

Altro punto di attrito è invece l’incomprensibile divario tra gli interessi pagati ai risparmiatori sui depositi, praticamente inesistenti ed in linea con i tassi BCE, e quelli pretesi dalla banche su prestiti personali, fidi e mutui. In Italia ad esempio sui prestiti personali vengono richiesti tassi spropositati, siamo mediamente ad un T.A.E.G dell’ 8,5%, mentre sui mutui a tasso fisso siamo ancora ad un T.A.E.G del 5,5%. Essendo il costo del denaro BCE saldamente all’1% i tassi pretesi sono quanto mai stridenti e privi di giustificazione. Ancor più folli e da usura sono i tassi che si debbono pagare per le carte revolving, strumento finanziario quanto mai scellerato che dovrebbe essere bandito al più presto dalla UE. Ciò che è più grave è che nessun organo provveda a richiamare seriamente le banche all’ordine e questo non fa che aumentare la sfiducia.

Ancor peggiori sono i rapporti con le piccole imprese che hanno subito una stretta del credito molto pesante e non riescono neanche ora ad ottenere la dovuta fiducia dalle banche, che hanno modificato in senso restrittivo i parametri che servono a valutare le richieste di denaro in prestito.

Quest’ultima stortura è diffusa, anche se con differente intensità, in tutta la UE ed è un forte limite alla ripresa post crisi.

Tale stato di fatto è particolarmente preoccupante e deve essere santo. Le banche sono uno strumento essenziale al corretto funzionamento del sistema economico a tutti i livelli. I servizi offerti dagli istituti di credito sono indispensabili per effettuare molti dei gesti quotidiani che tutti noi facciamo come pagare l’autostrada, ricaricare il cellulare, acquistare un oggetto online e via dicendo, pertanto che i cittadini abbiano un rapporto tanto conflittuale e di sfiducia non è sicuramente una buona cosa ed è ancora più grave che le azienda abbiano un rapporto conflittuale con le banche. Un’azienda senza possibilità di accesso al credito è un’azienda senza futuro.

Le istituzioni finora hanno fatto ben poco per rinsaldare questo delicato e conflittuale rapporto tra cittadini e banche pertanto è il momento di muoversi. Non è possibile far ripartire settori chiave, come quello della piccola impresa, senza sanare questa stortura. Anche il mercato immobiliare è particolarmente penalizzato da questo stato di sfiducia e di ostilità.

È il momento che istituzioni e banche nella UE siedano ad un tavolo e provvedano ad attuare un piano comune volto a limare le storture più gravi e riacquisire la fiducia dei risparmiatori.

 


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