L’inciucio c’è Stato
par Resist Enza
lunedì 5 ottobre 2009
tra la politica del cucu e la politica del ciu-ciu
Indovinello. Quale differenza c’è tra democrazia e regime?
Risposta. La democrazia: Fatta la legge, trovato l’inganno. Il regime: Fatto l’inganno, trovata la legge.
Venticinque o quarantanni di carriera politica sono lunghi, troppo lunghi per restare lucidi e prendere decisioni coraggiose. Troppi anni di compromessi e manovre non rivendicabili di fronte al popolo degli tesserati e del cittadino elettore. Troppi anni per sentirsi liberi, non oggetto di qualsiasi ricatto.
Alle primarie del PD, io voto Ignazio Marino
"E’ scandaloso che lo scudo fiscale venga approvato con l’aiuto decisivo dell’opposizione". (Velina Rossa, 30/09,09)
Il 29 settembre al momento del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità dello scudo fiscale - presentate da PD e IDV - in aula sono assenti 69 deputati dell’opposizione: PD 59, IDV 2 e UDC 8, la mozione viene respinta con 267 no, 215 sì e 3 astenuti.
Gli assenti:
PD: Argentin, Bersani, Boccuzzi, Boffa, Bucchino, Calearo Ciman, Calgaro, Capodicasa, Carra Enzo, Ceccuzzi, Cesario, Codurelli, DAlema, Damiano, DAntoni, De Micheli, Esposito, Fiano, Fioroni, Franceschini, Gaglione, Garofani, Giacomelli, Gozi, La Forgia, Levi, Lolli, Losacco, Maran, Marchignoli, Martino Pierdomenico, Meta, Mogherini Rebesani, Mosella, Picierno, Pistelli, Pollastrini, Pompili, Porta, Portas, Realacci, Rosato, Sani, Servodio, Tenaglia, Turco Livia, Vaccaro, Vassallo, Vernetti, Villecco Calipari, Zampa
UDC: Cesa, Ciccanti, Drago, Galletti, Mannino, Pisacane
IDV: Barbato, Cimadoro
venerdì, 2 ottobre, alla Camera il decreto correttivo del dl anti-crisi con le norme sullo scudo fiscale passa con 270 sì e 250 no. I deputati dell’opposizione sono 279. Assenti 22 del PD, 6 dell’UDC e uno dell’IDV.
Gli assenti:
PD: Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capodicasa, Lucia Coldurelli, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Antonio Gaglioni, Dario Ginefra, Oriano Giovanelli, Gero Grassi, Antonio La Forgia, Margherita Mastromauro, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giacomo Portas.
Enzo Carra e Marianna Madia (per motivi di salute),
Sergio D’Antoni ("sono ricoverato in ospedale"),
Lapo Pistelli con Linda Lanzillotta e Giovanna Melandri ("eravamo a Madrid per il Pd")
UDC: Francesco Bosi, Amedeo Ciccanti, Giuseppe Drago, Mauro Libè, Michele Pisacane, Salvatore Ruggeri.
IDV: Aurelio Misiti.
"Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano promulgherà il decreto sullo scudo fiscale domani al rientro a Roma". (Repubblica, 02/10/2009)
"Alle primarie bisognerà lottare contro nostalgie e istinti di conservazione, bisognerà sconfiggere quelli che hanno frenato prima Romano Prodi poi Walter Veltroni". Mai consentirò "il ritorno a una gestione di inciuci e intese non dichiarate". "Non consentirò che si ripetano errori politici come il non aver fatto la legge sul conflitto di interessi, il più grave errore politico che pesa ancora sulla nostra credibilità" (Dario Franceschini, 01/10/09)
1990 Legge Mammì. "In questa occasione, in un’audizione alla Commissione cultura alla Camera, Veltroni si rivolge a Berlusconi in questi termini: «Intendo rivolgere a Berlusconi due complimenti sinceri, di stima. Il primo per la sua capacità di imprenditore che è riuscito a "inventare" un settore. Il secondo complimento va alla sua capacità di aver imposto, attraverso un alto grado di egemonia, i tempi della decisione politica in un settore così delicato come quello nel quale opera»". (sindromedistendhal.com, 14/10/2008, dal libro "Il baratto" di Michele De Lucia ed. Kaos 2008)
"Il decreto arrivò al Senato il primo di febbraio, che era di venerdì e non venne approvato. Il lunedì si giocava tutto sul filo dei minuti: il testo passò in Commissione e arrivò in aula. Il presidente del Senato, Francesco Cossiga, contingentò il tempo degli interventi per evitare che l’ostruzionismo potesse affossare il decreto fortemente voluto da Bettino Craxi. La Sinistra indipendente, capeggiata da Giuseppe Fiori, inventò uno stratagemma procedurale e riuscì ad arrivare alle undici e mezza di sera. “Se quattro comunisti fossero intervenuti a parlare”, ricorda Fiori, “sarebbe passata la mezzanotte e il decreto sarebbe decaduto”. Il capogruppo del PCI Gerardo Chiaromonte gli spiegò, però, che l’ordine era di votare contro, ma di far passare il decreto. L’indicazione arrivava dal giovane responsabile del PCI per le comunicazioni, Walter Veltroni. Il fatto era che Bettino Craxi era riuscito a legare il passaggio del decreto in favore di Berlusconi a un riassetto della Rai che prevedeva, fra l’altro, il “passaggio” di Raitre sotto la sfera di influenza del PCI”. (uonna.it, 22/11/2002)
1996-2001 Legge sul conflitto d’interesi. "Altro passo verso la sicurezza delle tv di Berlusconi e verso un radioso successo politico, è la vittoria de L’Ulivo alla politiche del 1996. Nei tre governi di centro-sinistra che seguiranno vedranno la vita la Legge Maccanico (così pericolosa per il Partito di Berlusconi che i suoi parlamentari si asterranno dalla votazione), il referendum sulle televisioni (e i tentativi di D’Alema di trovare un accordo con Berlusconi per evitarlo), le prime sentenze sul caso di Europa 7. Proprio in questo periodo, inoltre, Berlusconi, riesce a superare la grave crisi di Fininvest portando la sua azienda in borsa con il benestare di D’Alema. Presidente della Commissione speciale per il riordino del sistema radiotelevisivo era l’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. De Lucia ricorda questo ruolo ricoperto da Napolitano per raccontare la vicenda della rivista della corrente migliorista del PCI, “Il moderno”, che, come testimoniano le riproduzioni all’interno del libro, ospitava numerose pagine di pubblicità pagate da Berlusconi". (sindromedistendhal.com, 14/10/2008, dal libro "Il baratto" di Michele De Lucia ed. Kaos 2008)
L’Inciucio è Stato
C’è un’espressione francese che dice: se tenir par la barbichette. Letteralmente si traduce con: tenersi per la barbetta. All’accusa di Franceschini, Bersani controreplica: "Dario non dice la verità. Il 30 novembre 2007 ci fu un incontro tra Veltroni e Berlusconi proprio alla presenza di Franceschini nel suo studio alla Camera. Era ancora in carica il governo Prodi. In nome dell’antiberlusconismo, Dario agita ora il fantasma dell’ inciucio" (La Repubblica, 02/10/2009).
Inespugnabile. Walter Veltroni dichiarò "andremo da soli" e liberò la coscienza di Mastella da ogni scrupolo: il governo Prodi cadde. Dario Franceschini sponsorizzato da Veltroni, Pierluigi Bersani nel cono d’ombra di D’Alema. Ne l’uno ne l’altro sono una garanzia per cambiare l’andazzo della politica italiana. In un partito, il PD, che più che una forza propositiva di progetti di riforme della società somiglia a un "panier de crabes" (cesto di granchi). Un partito che perde ogni credibilità dopo il voto di martedì 29 e il bis repetita di oggi venerdì, a tre giorni di distanza due occasioni per rovesciare il governo, due occasioni mancate per lo stesso motivo: gli assenti, gli distratti, gli avevo-meglio-da-fare o gli cinici opportunisti apolitici. La prova della disorganizzazione di questo ’coso’, di questa casa di tolleranza di ogni squallida ambizione egocentrica: la politica italiana.
Inciucio. Il termine inciucio deriva dall’espressione dialettale napoletana ’nciucio che significa spettegolare parlando fitto ed a bassa voce. È di origine onomatopeica, richiama il ciu-ciu che si percepisce dal chiacchiericcio di due persone. (da Wikipedia)
Aggiornamento
Gli assenti si giustificano
"Barbara Pollastrini: “Caro direttore, anche per un fatto personale di sensibilità nei confronti di lettori de Il Fatto, sento il dovere di scriverti. Vivo la discussione democratica per dare una leadership e un’identità al Pd, come via per mettere ko Berlusconi e un clima di regressione civile e democratica. Per questo, penso che tutti coloro che hanno questa volontà debbano sapersi rispettare, ascoltare e unire. Ero nella mia città, Milano. Bloccata da ragioni di salute. Credimi, mi è dispiaciuto profondamente, mi ha fatto rabbia, di non poter essere lì. Ciò detto, continuerò con ogni forza il mio impegno contro un governo illiberale e vessatorio. Anche Enzo Carra ci scrive: “Quel giorno avevo una visita per problemi di calcoli renali”. La lettera di Angelo Capodicasa: “Mio malgrado compaio nella lista degli assenti. Purtroppo sono stato ricoverato in ospedale. Avessi potuto recarmi in ospedale con la flebo sarei andato volentieri. Ma al reparto rianimazione del San GIovanni di Dio, ad Agrigento, sono piuttosto rigidi”. Sandra Zampa spiega: “Ero a Bologna, per una visita medica, ho perso il treno”. Gabriele Cimadoro: “Il mio voto non è stato registrato e non ho avuto la prontezza di farlo mettere a verbale. Ma c’ero”." (da Il Fatto Quotidiano, 02/10/2009)
Napolitano firma la legge: secondo la valutazione del Quirinale non ci sarà nessuna amnistia
Napolitano: "Se mi dite non firmare, non significa niente"
"Presidente non firmi, lo faccia per le persone oneste" gli ha chiesto un cittadino nella piazza di Rionero in Vulture, in Basilicata.
"Non firmare non significa niente", ha risposto il presidente della Repubblica. "Nella Costituzione - ha continuato Giorgio Napolitano - c’è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi il parlamento rivota un’altra volta la stessa legge ed è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare. Questo voi non lo sapete? Se mi dite non firmare, non significa niente".
Fmi scettico sullo scudo fiscale: "Va adottato solo per disperazione"
"Il Fondo Monetario Internazionale non ha una specifica opinione al riguardo. Quello che penso io come ex politico ed ex regolatore è che più gli interventi sono frequenti e meno sono efficaci. Se uno ricorre a tali misure lo deve fare solo in circostanze eccezionali. Le amnistie fiscali vanno adottate solo per disperazione". (Ajai Chopra, vice direttore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, Repubblica, 03/10/2009)