Il nuovo volto del centro-destra albanese è Keda Kaceli (pupilla di Berlusconi)

par Sergio Bagnoli
lunedì 21 dicembre 2009

La giovane parlamentare albanese, deputata a Tirana nelle fila del Pdl, è stata testimone diretta dell’aggressione subita domenica sera in Piazza Duomo da Silvio Berlusconi. 

Il suo nome alla maggioranza degli italiani non dice niente, eppure per il premier Silvio Berlusconi riveste una grande importanza questa ventiseienne albanese laureatasi in Italia in Scienze internazionali ed eletta, l’estate scorsa, al Parlamento di Tirana nelle fila del Partito Democratico Liberale (acronimo Pdl, guarda caso) di Sali Berisha, l’attuale uomo forte del paese d’oltre Adriatico, più volte criticato dall’opposizione socialista albanese per comportamenti anti-democratici. Stiamo parlando di Keda Kaceli, l’albanese molto amica del coetaneo Andrea Di Sorte, coordinatore nazionale dei Club delle Libertà, associazione parallela al Partito delle Libertà italiano, fondata da uno dei nostri parlamentari più vicini all’uomo di Arcore, Mario Valducci. La Kaceli insieme a Di Sorte domenica scorsa era sul palco di Piazza Duomo a Milano in occasione dell’ormai arcinoto happening del Popolo delle Libertà alla fine del quale lo psicolabile Massimo Tartaglia ha scagliato un modellino in miniatura del Duomo di Milano contro Silvio Berlusconi, ferendolo e procurandogli varie fratture dentali e lesioni al setto nasale tanto da costringerlo a quattro giorni di ricovero ospedaliero, prima, e ad un periodo di riposo pari a due settimane, poi. Di Sorte e l’amica albanese da domenica sera sostengono di avere avuto l’impressione che Tartaglia non abbia agito da solo ma che la sua mano sia stata armata da qualche insurrezionalista, probabilmente legato al mondo della sinistra radicale meneghina, tanto che le loro dichiarazioni, ripetute agli inquirenti, hanno consigliato i giudici a tenere ancora per un po’ Tartaglia in carcere piuttosto che ordinarne la detenzione domiciliare in un ospedale psichiatrico come richiesto dall’avvocatessa che lo patrocina.
 
Non è la prima volta che Silvio Berlusconi intrattiene contatti con personaggi della politica e della finanza albanese, come scordare i suoi rapporti con il controverso petroliere kosovaro-albanese Hashim Taci, ma per Keda Kaceli l’uomo di Arcore nutre una vera e propria simpatia considerandola il personaggio nuovo della politica di Tirana, su cui fondare la futura collaborazione tra le due forze politiche liberal-democratiche che guidano le due nazioni separate solamente dal Canale d’Otranto. Nonostante i grandi legami che da quando Berlusconi è premier legano Roma alla Russia di Putin, paese che nella questione kosovara difende le ragioni della Serbia, infatti da tempo la politica estera italiana è tornata a guardare a Tirana come alla grande nazione amica da utilizzare come testa di ponte verso l’Europa sud-orientale. Energia, industria manifatturiera, infrastrutture sono i campi nei quali il Ministro delle Attività Produttive italiano, il ligure Claudio Scajola, sprona continuamente le imprese del celebre “Made in Italy” ad investire nell’antico Paese delle Aquile. Il governo italiano guarda dunque all’Albania con grande simpatia e, anche se in questo è abbastanza isolato a Bruxelles, ne caldeggia un rapido ingresso nell’Unione europea, specialmente ora che, dopo le elezioni legislative dello scorso giugno, il centro-destra di Sali Berisha si è riconfermato alla guida dell’Albania e, dunque, la sintonia ideologica tra i governi dei due paesi è molto forte.
 
Perché prosegua però, pensa Berlusconi, il Pdl deve puntare su giovani albanesi di centro-destra, come la Kaceli, istruiti e cosmopoliti che in un prossimo futuro dovranno tenere le redini del potere a Tirana. Per il momento anche sulla stampa italica l’Albania e gli albanesi cominciano ad essere guardati con grande simpatia. Al loro posto gli immigrati cattivi appartengono ora ad altre nazionalità.“Se l’Unione europea ha accettato tra i suoi membri un paese derelitto come la Romania a maggior ragione deve accogliere Tirana” da tempo si va ascoltando nei palazzi del potere di Roma come della capitale albanese. Ora sembra proprio che l’Albania stia per diventare la punta di diamante del nuovo colonialismo economico italiano verso est. Perché ciò perduri l’Italia ha bisogno di giovani politici rampanti come la Kaceli, il cui ultimo libro è stato addirittura prefato proprio da Silvio Berlusconi, e che riferendosi al gesto di Massimo Tartaglia ha così commentato: “siamo stati assaliti dall’angoscia e dallo smarrimento quando abbiamo visto il vostro premier ferito e sanguinante. E’ stato come vedere la libertà insanguinata”. 

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