Il Fatto: "giornale dichiaratamente di sinistra"

par maurizio carena
giovedì 19 novembre 2009

 

A detta del giornalista 59enne di Panorama Renzo Rosati "il Fatto Quotidiano è un giornale dichiaratamente di sinistra".
 
Questo egli asseriva stamattina, 18 novembre 2009, nel corso di "Prima pagina", la rassegna stampa di Radio 3, che questa settimana il giornalista stesso ha in sorte di condurre, e noi la sfortuna di dover tollerare.
 
 .....................
 
Una premessa: uno che lavora in un magazine di proprietà del premier, un premier plurinquisito plutocrate e monopolista dei media, non ha alcun titolo morale per dare giudizi ad altri.
 
Dovrebbe limitarsi a dare le notizie, sebbene quelle quelle poche e organiche al volere dell’editore padrone, senza arrossire di vergogna e, soprattutto, senza giudicare gli altri, specie i "colleghi".
 
E ciò perché Rosati è direttamente a libro paga del potere, visto che Berlusconi, proprietario di Mondadori, proprietaria di Panorama, gli paga lo stipendio.
 
Inoltre è indirettamente a libro paga del potere, poiché il regime presieduto dal suo datore di lavoro destina ai mainstream come Panorama un sacco di milioni di euro ogni anno sotto forma di "aiuti all’editoria".
 
Rosati insomma è uno al servizio di chi gli paga lo stipendio. 
 
Se chi lo paga fosse una parte terza e/o indipendente dagli interessi e dagli oggetti trattati potremmo avere una qualche fiducia nel suo lavoro di "giornalista", ma siccome, al contrario, chi lo paga è un plurinquisito sul cui capo pende il conflitto di interessi più grande del pianeta è lecito nutrire dei dubbi. Dei seri dubbi.
 
Su Rosati e sui (numerosissimi) "giornalisti" come lui, pesa insomma l’onere della prova: sono quelli come lui che devono (dovrebbero) dimostrare, col loro lavoro, di essere indipendenti e non servi del foglio d’ordini padronale che gli da i soldi.
 
 ..........................
 
La conduzione della rassegna stampa di questa settimana ci offre il modo per verificare se quello di Rosati è giornalismo oppure servilismo prezzolato, misto ad una ferrea autocensura ideologica.
 
E’ un esperimento che può condurre chiunque possegga un minimo di obiettività. Basta ascoltare Prima pagina a Radio 3 (bellissimo programma di grande valore sociale) dalle ore 7 sino alle 8.30, tutte le mattine. (E non è una marchetta).
 
Oggi, per esempio, il Nostro, oltre a leggere solo i giornali che vuole lui, senza lasciare eguale spazio a tutti, sproloquia per la prima mezz’ora sulla ventilata ipotesi di "elezioni anticipate", ovviamente in risalto su Il Giornale e Libero. 
 
La lotta intestina tra il premier e Fini assurge per Rosati ad argomento di primaria importanza per il popolo italiano.
 
Non solo. I due fogli d’ordini filo berlusconiani (Il Giornale addirittura di proprietà della famiglia Berlusconi) sono definiti dal dipendente della Mondadori come "giornali di area moderata".
 
I killer mediatici prezzolati come Feltri, che si avvalgono di veline anonime per assassinare mediaticamente i "rivali" come l’ex direttore di Avvenire Boffo, sarebbero quindi dei "moderati".
 
Se un killer mediatico come Feltri è un "moderato", ci domandiamo allora: chi sono gli "estremisti"?
 
Dopo una buona mezz’ora passata dal Rosati a leggere tali house organ di regime, ecco che, sorpresa, si passa ad una fugace incursione sul Foglio, il nuovo giornale indipendente (poiché senza editori politicanti o plutocrati e senza aiuti di stato).
 
In tale occasione il servilismo e la piaggeria del dipendente berlusconiano eruttano come un vulcano: Il Foglio di Padellaro e Travaglio viene classificato, senza spiegazioni né prove, come "giornale dichiaratamente di sinistra".
 
Chi ascolta resta basito, pietrificato....
Dare del "comunista" a un giornalista come Marco Travaglio (poiché è lui l’anima del Fatto e quindi l’obiettivo del Rosati), che è cresciuto alla scuola di Montanelli, il più "destro" dei giornalisti italiani è cosa che da la misura della disonestà intellettuale, della distorsione deliberata dei fatti, della malafede, degli pseudo-giornalisti come il Rosati.
 
Quelli come Renzo Rosati tradiscono la loro professione, la discreditano, la disonorano.
 
Non che dagli scherani mediatici del monopolista mediatico al potere ci aspettassimo nulla di diverso.
 
Sappiamo che i media oggi, in Italia, servono solo per la propaganda, servono ai ricchi editori per farsi la guerra l’un l’altro, servono per fare soldi con la pubblicità e i lettori sono la carne fresca da vendere agli inserzionisti. Editori puri non ne esistono più e forse la gente ha persino dimenticato cosa siano, nell’attuale bancarotta morale e culturale.
 
Ma dover sentire, nel servizio pubblico, tali sesquipedali menzogne, che disonorano non solo chi le vomita, ma anche chi le ascolta, è veramente insopportabile.
 
Per la cronaca, dopo aver parlato per quasi tutto il tempo sulle beghe di palazzo e su cronaca nera (senza contesto e senza imparzialità), il Rosati chiudeva la rassegna stampa accennando ad un argomento evidentemente (secondo lui) privo di importanza come i licenziamenti e la crisi connessa.
 
Il Rosati si è ben guardato, nella sua scheda anagrafica, di informarci su quanto è pagato.
 
Dare 45 minuti di spazio ai proclami di Schifani, Berlusconi, Belpietro e compagnia e tre minuti tre a decine di operai che perdono il lavoro (stabilimento Yamaha Italia) fa ben capire quali siano le priorita di questo "giornalista", molto più interessato a difendere il regime e dare spazio alle sue insulse beghe che ai problemi reali dei poveri cristi.
 
Tralasciamo la sua scandalosa, surrettizia e dissimulata difesa della privatizzazione dell’acqua, perché non vogliamo scendere nel turpiloquio.
 
Torna a scrivere su Panorama, Rosati Renzo. Nessuno, in radio, sentirà la tua mancanza e, per di più, ci rovini la colazione, coi tuoi servili e penosi peana di regime.
 
Tu non sei fatto per Radio 3. Il tuo futuro, in questo paese, è quello di direttore di rete. Magari dopo Minzolini. Devi solo pazientare ma i "numeri" li hai tutti.
 
 
 
 
 

Leggi l'articolo completo e i commenti