Il contenuto del messaggio terroristico dei NAT

par Maria Lutero
lunedì 16 novembre 2009

Ecco la pubblicazione di due nuovi lunghi stralci del volantino terroristico che i NAT (Nuclei di Azione Territoriale) hanno inviato alle redazioni dell’Unità e del Resto del Carlino.

Il presente articolo funge anche da sondaggio. Chi è d’accordo con quanto scritto dai NAT clicchi su SI sulla barra rosso-verde in alto. Chi non è d’accordo clicchi su NO.

Antefatto. Il 12 novembre 2009 le redazioni dei quotidiani l’Unità e Il Resto del Carlino ricevono un documento di quattro cartelle firmato "Nuclei di Azione Territoriale Luca e Annamaria Mantini" (i due fratelli militanti nei Nuclei Armati Proletari uccisi negli anni ’70). Secondo la Digos di Bologna il documento è una vera e propria "risoluzione strategica" approvata nell’ottobre 2009 da cinque Nuclei Territoriali (Milano, Torino, Bergamo, Lecco e Bologna). L’Unità ne pubblica uno stralcio, peraltro in foto e dunque difficilmente leggibile.
 
Dopo le minacce di morte a Berlusconi da parte dei NIPR (Nuclei di Iniziativa Proletaria Rivoluzionaria), ecco un’altra avvisaglia di lotta armata. Ma questa volta è diverso. Lo dice al TG1 anche l’ex magistrato ed esperto del terrorismo rosso e nero Libero Mancuso: "Non si tratta di un delirio da BR, ma di un’analisi lucida dei problemi della nostra società. Questo documento merita una risposta politica adeguata."
 
Per questo voglio pubblicare il documento. Ma, vi starete chiedendo, come posso io conoscere questo documento? Non sono una terrorista dei NAT, state tranquilli.
Ma, mentre il TG1 dava la notizia (peraltro distorta, attribuendo il documento a delle fantomatiche "nuove BR"), sono stati mandati in onda dei fotogrammi brevissimi del testo. Grazie al decoder di MySky ho potuto fermare le immagini e ricopiare il testo. Semplice, no?
 
Qui sotto trascrivo per voi gli stralci che sono riuscito a ricavare, tra cui quello già pubblicato da l’Unità ma non in modo molto leggibile.
 
Prima preciso due cose:
 
1. Sono assolutamente contraria alla lotta armata, a meno che essa non sia per conquistare la democrazia. L’ideale comunista rivoluzionario è antidemocratico, in quanto lo sfruttamento del capitale può essere combattuto attraverso le istituzioni democratiche. Il comunismo è una particolare teoria economico-politica e filosofica come tutte le altre, non ha diritto ad imporsi con le armi. In passato la lotta comunista armata è servita solo ad ostacolare la lotta comunista democratica (vedi il caso Moro).
 
2. Comunque non si può ignorare che molto di quello che viene scritto dai NAT in questo documento è di un’evidenza incontrovertibile. Chiunque si dica intellettualmente e politicamente onesto non può non riconoscere che oggi le istituzioni democratiche quasi non permettono più la partecipazione democratica dei cittadini alla politica, a causa di un regime mediatico dietro cui si nascondono interessi finanziari, massonici, mafiosi e vaticani. Il Parlamento non è più scelto dai cittadini! Con la TV i potenti decidono chi deve essere eletto e chi no, orientando l’opinione pubblica.
 
Ecco allora la domanda che ci dobbiamo porre: se non abbiamo più la possibilità di combattere il potere attraverso le istituzioni democratiche garantite dalla Costituzione, come possiamo combatterlo?
La risposta, difficile, la lascio a voi.
 
Questi, in esclusiva, gli stralci del documento, a partire da quello già pubblicato su l’Unità. A voi il voto.
 
"RISPONDIAMO ALLA VIOLENZA LEGALIZZATA DEL REGIME PER UNA PROPAGANDA ARMATA DELLE LOTTE SOCIALI

L’evoluzione storico-politica ha consegnato il governo dell’Italia alla destra e al nuovo centro democristiano (Partito Democratico), appoggiati da Confindustria e dai poteri forti.
Siamo in un REGIME che annulla la democrazia e qualsiasi speranza di cambiamento e che ha già da tempo il monopolio dell’informazione e della cultura. Si è creata una dittatura mediatica che impedirà per decenni di cambiare lo stato delle cose solo con gli strumenti della democrazia formale.
Il REGIME si avvale di un nuovo fascismo fondato sul razzismo, sulla paura del diverso e del migrante. Il nuovo spezzare l’Italia in tante Regioni-Stato comporterà solo più povertà, più differenze economiche e sociali e un conflitto sempre più aperto al limite della guerra civile.
Non esiste più democrazia nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei territori e nei quartieri a causa della precarietà del lavoro e della fine dello Stato Sociale.
Lo scopo primo ed immediato di questo regime è lo stravolgimento della Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta al fascismo e per una società più giusta. Destra e PD vogliono svilire l’antifascismo e trasformare il 25 aprile e la Resistenza da momenti fondativi della Repubblica a festa nazionale di pacificazione in cui i partigiani e i boia fascisti siano pari. Alla Destra (sostenuta al nord dai potentati economici e dalla grande finanza, e al sud dalla criminalità organizzata) si affianca la nuova DC dal 2000 e il Partito Democratico, un partito interclassista che, all’interno del REGIME, ha lo scopo sia di far digerire meglio ai lavoratori ed agli sfruttati la perdita dei diritti sociali e civili e la privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici, sia di legittimare la destra fascista e razzista.
Destra e Partito Democratico(cristiano) sono i bracci politici degli stessi POTERI FORTI, della finanza, delle "grandi famiglie" di industriali ed evasori fiscali che hanno collocato i loro servi nella classe politica dirigente, facendola eleggere, grazie al monopolio televisivo e dei giornali, anche da chi è sfruttato.

Mai come in questo momento è l’Economia a dettare legge alla Politica. Si riesce in questo modo a privatizzare tutti i beni comuni (l’acqua, la scuola, il sapere, la sanità ecc...) e si mercifica totalmente il lavoro attraverso la sua precarizzazione.
Ci sono milioni di salariati e di operai con paghe da fame che rischiano ogni giorno la vita per l’ingordigia dei loro sfruttatori. I migranti sono trattati come delinquenti: sono state approvate nuove leggi razziali che condannano un migrante solo perchè tale. Le carceri sono stracolme di persone che vivono come bestie in condizioni disumane. Lo sfruttamento e la sete di denaro dei poteri forti non solo mortifica i lavoratori, ma sta distruggendo l’ambiente, il territorio e le risorse naturali. Il REGIME è del resto succube delle gerarchie vaticane. Destra o Partito Democratico(cristiano) hanno eliminato qualsiasi parvenza di Stato laico e agiscono obbedienti alla Chiesa Cattolica oscurantista, cancellando la dignità delle donne e tornando ad idee medievali.
SIAMO DI FRONTE AD UNA SITUAZIONE STRAORDINARIA CHE ESIGE UNA RISPOSTA STRAORDINARIA!
Oggi in questa fase di crisi acuta occorre più che mai resistere affinchè il fascismo sotto nuove forme "democratiche" non abbia definitivamente il sopravvento. Di fronte a un REGIME che utilizza fascisti, nazisti, leghisti e fanatici cattolici gli strumenti della democrazia formale non bastano più.
E’ ORA DI CONCLUDERE I DISCORSI E DARE INIZIO ALL’AZIONE!"
 
Ecco adesso i due stralci inediti:
 
PRIMO
"E’ venuto il momento di affiancare alla lotta nella società, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nei quartieri, una lotta di AVANGUARDIE ARMATE che supportino quella lotta.
Alla violenza quotidiana dei POTERI FORTI occorre rispondere con la violenza dei fatti.
Se la violenza del REGIME si chiama giustizia, la giustizia del popolo di dovrà chiamare VIOLENZA.
Per rispondere alla violenza legalizzata del capitale è necessario porsi sullo stesso piano. Occorre rispondere alla violenza dei luoghi di lavoro (gli incidenti e le morti bianche, la nocività che miete vittime, la ristrutturazione selvaggia che causa licenziamenti di massa), alla violenza nella vita politica (con l’arroganza dei potentati politici e la corruzione dilagante) e alla violenza sociale quotidiana (con affitti che mettono le famiglie sul lastrico , con bollette impossibili da pagare, con salari e pensioni insufficienti). Questo REGIME che violenta ogni minuto tutti noi, togliendoci ogni cosa che possa in qualche modo emanciparci, impone la necessità, adesso, ora, di un profondo processo rivoluzionario. Tutto ciò che è possibile fare per combattere questo sistema è un dovere farlo, perchè questo è il senso profondo della nostra vita.
Questo REGIME si regge sulla forza delle ARMI (mediatiche e militari) e chi lo vuole combattere si deve mettere sullo stesso piano. Non ci si può limitare ad essere idealisti per avere la coscienza tranquilla. Il nostro obiettivo non è quello di prendere il potere con le armi, ma quello di rispondere alla violenza mediatica e militare di tutti i giorni con una presa di coscienza, anche violenta, contro il REGIME. Occorre far sentire il "fiato sul collo" ai potenti, non si devono più sentire sicuri, onnipotenti e arroganti. I nuovi padroni del XXI secolo, i loro servi neofascisti e razzisti, i fautori di un governo teocratico-cattolico, devono capire che i loro sforzi di consolidare il REGIME si scontrano con un’opposizione crescente, forte e, se occorre, anche violenta. Questi signori devono capire che sono vulnerabili nelle loro case, nei loro beni, nella loro organizzazione e, se occorre, nelle loro persone”.
 
 
SECONDO
"La violenza deve servire ad aprire spazi e a rimuovere ostacoli al dispiegamento dello scontro sociale.
La nostra lotta deve servire, in modo esemplare, a supplire alle troppe inadeguatezze di una falsa democrazia e di una giustizia forte con i deboli e debole con i forti.
Non vogliamo un partito armato chiuso in una clandestinità preventiva, ma vogliamo costruire un percorso organizzativo sulla base di piccoli nuclei diffusi sul territorio, nel quadro di un conflitto di lunga durata. La lotta violenta è necessaria [incompr.] ma non è una scelta irrealizzabile. Deve essere un fatto idelogico [incompr.] non un programma, per scuotere le coscienze. La lotta armata non può essere al momento un progetto strategico ma è il frutto di singole azioni finalizzate a rivitalizzare lo scontro sociale. Si tratta di una scelta reversibile. Il combattimento, anche violento, può apparire e scomparire a seconda delle necessità del momento. Dobbiamo avere come obiettivo la disarticolazione del REGIME e non "l’attacco al cuore dello Stato", che non esiste più. Vogliamo aprire spazi per far sì che gli sfruttati [incompr.]. Bisogna liberare gli spazi sociali all’interno dei quali costruire contropotere. La lotta armata non è il fine, ma il mezzo per realizzare spazi di gestione alternativi al potere. Si tratta di una lotta con due linee di intervento immediato, nei confronti delle quali le azioni vogliono essere per il miglioramento delle condizioni di vita della gente (lavoro nero, servizi pubblici, migranti) e contro la militarizzazione e i tentativi di controllo totale del REGIME (televisioni, giornali, carceri ecc...). Siamo convinti che nel momento in cui la linea della Resistenza anche armata al REGIME si consoliderà pubblicamente nella sua organizzazione, tanti che ancora credono nei valori della giustizia sociale e che sono schifati da battaglie politiche che sono solo lotte di potere all’interno di un’unica casta, faranno le loro scelte nella nostra direzione.
Per ciò ci mettiamo in gioco e nei prossimi mesi mettiamo la nostra organizzazione a disposizione di chiunque condivida quanto abbiamo esposto in questo documento, per superare il senso di impotenza e di incertezza, per combattere il REGIME e le ingiustizie.
RIBELLIAMOCI PER IL COMUNISMO!
LEGGERE, DIFFONDERE, PASSARE ALL’AZIONE!"

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