Il bianco (sporco) del Natale di Coccaglio

par Elisa Lai
giovedì 19 novembre 2009

L’ideatore dell’operazione: "Il Natale non è la festa dell’accoglienza, ma della tradizione cristiana e della nostra identità".

Pare quasi solo una fredda battuta, scambiata un pomeriggio al bar tra amici leghisti impegnati a parlare del più e del meno. "Immigrati regolari, irregolari: ci vorrebbe proprio una bella piazza pulita, entro Natale! Così da passare le feste in santa pace, senza il timore di uscir di casa. White Christmas dovrebbero chiamarla!" direbbe il più sagace tra i due, gongolando per il riuscito accostamento di parole e la sottile citazione.

E invece no. "White Christmas" è l’operazione inaugurata dall’assessore leghista alla Sicurezza Claudio Abiendi del comune di Coccaglio (BS), per compiere un’egregia operazione di pulizia cittadina. No, non si parla di rifiuti, ma di immigrati irregolari.
 
Sono circa 1.500 gli stranieri che vivono nella cittadina; 400 quelli che dal 25 ottobre al 25 Dicembre riceveranno la visita dei vigili natalizi, per verificare che il permesso di soggiorno scaduto sia stato rinnovato. In caso contrario, verranno rispediti nel proprio Paese d’origine.
 
L’operazione si è attirata il disgusto di alcuni cittadini, che puntano il dito contro la xenofobia e la freddezza della denominazione. "White Christmas è una denominazione assolutamente casuale, a cui la polizia locale è pervenuta in modo informale e scherzoso per coincidenze cronologiche", risponde il primo cittadino Franco Claretti.
 
Perplessità anche dalla curia bresciana. Don Mario Toffai, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi, ritiene l’iniziativa "una delle tante conseguenze del pacchetto sicurezza che stabilisce che l’immigrato clandestino è in stato di reato e quindi perseguibile. Questa è purtroppo l’origine di tutti i mali".
 
L’assessore Abiendi, dal canto suo, respinge ogni accusa di xenofobia. "Tanta attenzione e clamore sono assurdi perché, al di là del nome forse non felicissimo dato all’operazione, denominata così perché si concluderà prima di Natale, qui non c’è nessun razzismo o caccia al clandestino, contrariamente alle assurde dicerie di qualcuno che sta artatamente mettendo in giro. È solo un’operazione di anagrafe, non di certo un’operazione di Polizia : stiamo semplicemente applicando un decreto del 1989 del Presidente della Repubblica in materia di regolamento d’anagrafe e la recente legge sulla sicurezza che ha fissato in 6 mesi il periodo di tolleranza dalla scadenza del permesso".
 
Ma il mondo politico non perdona. Perfino FareFuturo, la fondazione vicina al Presidente della Camera Gianfranco Fini, ritiene l’iniziativa dei compagni leghisti "inutile e volgare".
 
I vertici della Lega, al contrario, sembrano approvare appieno ogni tipo di approccio simile all’immigrazione. Ai sindaci leghisti che hanno partecipato alla loro prima convention milanese, il 24 ottobre, il Ministro Maroni ha dato "dei consigli per attuare il provvedimento senza incorrere nei soliti ricorsi ai giudici", come spiega il sindaco di Coccaglio, Franco Caletti. Entusiasmati dal primo passo mosso dalla giunta di Caletti, anche i comuni di Castelcovati e Castrezzato hanno deciso di adottare il provvedimento. Un’epidemia di bontà cristiana.
 
Nessuna xenofobia, dunque, solo puro rispetto delle nuove normative. Ma allora perchè proprio a Natale? Una pura casualità: d’altronde "non è la festa dell’accoglienza ma della tradizione e dell’identità cristiana", secondo Abiandi.
 
A questo punto alcune domande sorgono spontanee.
 
Dov’è andata a finire l’Italia cristiana, che si sente perfettamente rappresentata dal Cristo in croce, tanto da non poter sopportare che venga levato dalle aule scolastiche? Al di là dell’affetto quasi ossessivo per i simboli, quegli italiani indignati dalla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, non riescono a sentire la forte contraddizione tra gli insegnamenti cristiani e comportamenti di questo genere? O si è cristiani solo quando si tratta di appendere un pezzo di legno, per quanto ritenuto sacro, al muro?
 
Era proprio necessario quel cinico gioco di parole, che finisce per dare all’operazione "puramente anagrafica" un aspetto molto più inquietante? "White Christmas è un nome come un altro. Potevamo chiamarla anche Stella Cometa", spiega Abiendi. Sarebbe stata proprio un’ottima idea.

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