Dalla piazza del No B Day un grido: "Berlusconi ci hai rotto il ca..o!"

par paolodegregorio
lunedì 7 dicembre 2009

Questo è il contenuto di un cartello portato in piazza da una nuova generazione di oppositori al sultanato berlusconiano, poco inclini al politichese e agli ingessati comportamenti della “sinistra sparita”, persone giovani, stufe di avere tra i piedi da 15 anni, praticamente per quasi tutta la loro vita, un monopolista mediatico con lo sconcio potere di farsi le leggi ad uso personale.

 

La novità che ci ha portato questa piazza è il linguaggio diretto, lo sdegno per il berlusconismo, la voglia di avere una nuova politica e un totale rinnovamento della classe dirigente, ormai logora e sputtanata, che vede PD e PDL sostenersi a vicenda.

Ma, per non fare la fine del movimento “girotondi” di Nanni Moretti, è necessario che questo nuovo movimento “viola”, visto che Berlusconi non accetterà l’invito a dimettersi, passi ad una fase di organizzazione e coordinamento, senza lasciarsi infiltrare dai partiti, con almeno un paio di obiettivi possibili da raggiungere, sempre nel solco corretto della difesa della costituzione e della democrazia.


Senza dubbio il “vulnus” più destabilizzante per la nostra democrazia è stata la “concessione” del governo Craxi del monopolio mediatico privato ad una sola persona con le conseguenze che conosciamo.

Non solo, ma l’orgia del potere berlusconico ha fagocitato anche due reti Rai e il decisivo strumento per il consenso politico, le televisioni, esercitando una piena dittatura.

Deve cominciare, con forze fresche e poco inclini ai compromessi, una battaglia profondamente democratica per un riequilibrio del potere mediatico, dove si veda il monopolio privato fronteggiato dal giusto contrappeso di un gruppo pubblico, la Rai, di cui deve essere azzerato tutto il gruppo dirigente. Il direttore generale, con ogni potere, deve essere eletto tra personalità indipendenti, non iscritto a partiti, né rappresentante di alcuna confessione religiosa, esclusivamente dai cittadini che pagano il canone, per avere una Rai che, anche formalmente, sia riconosciuta “public company”, proprietà dei cittadini, finanziata da essi con il canone, e non soggetta a nessun altro potere, tanto meno a quello pubblicitario.


Se fossi una voce ascoltata in questo movimento che abbiamo visto ieri, consiglierei di gettare tutta la forza in questo unico obiettivo, una battaglia per entrare in democrazia, e sottrarre ai partiti quel controllo asfissiante e totale che ha fatto di loro una casta vecchia e inamovibile, dove la visibilità televisiva è tutto, e la presenza nel proprio collegio elettorale è superflua.

Grillo, da cui ci aspettavamo un impegno di questo tipo, sostiene che le Tv non tirano più e che il futuro è nella rete. Bisognerebbe capire quanto dura questa transizione e se ciò si verificherà.


Nel frattempo non sarebbe male strappare ai partiti e a Berlusconi un potere reale, pagato dai cittadini, per avere un “pubblico servizio”, ora cinicamente e furbescamente usato contro di loro da uno strapotere che ti considera un suddito da addomesticare come una scimmietta che poi obbedirà al compito supremo di consumare e comportarsi come i “suggerimenti per gli acquisti” gli ordinano.

Senza questa vittoria storica, da sudditi a protagonisti, presto o tardi ogni movimento viene assorbito e digerito.


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