Crucifige!

par Franciscus
martedì 10 novembre 2009

Crocifisso in classe? Ma siamo davvero uno stato laico, noi che diamo uno stipendio a migliaia di persone che non hanno nemmeno vinto un concorso per insegnare un’antica mitologia mediorientale?

E’ passata una circa una settimana da quando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo stato Italiano perché i crocifissi nelle aule sarebbero un’offesa alla libertà di religione. Confesso che le questioni etico-morali discusse ed affrontate in via giudiziaria mi lasciano molto freddo, così come certe soluzioni legislative che tendono alla laicità assoluta attraverso l’annullamento dei simboli (come accade in Francia dal 2003).


E’ così grande il peso di questo simbolo alle spalle dell’insegnante? E’ così significativo visto che l’ora di religione in Italia ha finito con il creare schiere di agnostici senza valori che non hanno idea della parola evangelica? Per anni ho cercato qualcuno che capisse fra gli adolescenti le citazioni bibliche, le parabole in Giovanni o che avesse visto “Il vangelo secondo Matteo” di Pasolini in classe per poi discuterne.

Il nulla. Quel simbolo incrociato si stende su un placido nulla. E guai a chiedere chi fosse Giobbe, Isacco, le figure dei Padri nel Paradiso dantesco, o che valori avesse Gesù, evidentemente solo uno con la barba che, per ragioni che rimangono ai più oscure, finì crocifisso.

C’è chi pensa che quel legnetto sia solo territorial pissing da parte della chiesa cattolica, ma dell’urina di chi ha marcato il territorio nessun segnale. Di quella cultura del Libro rimane quel legnetto tenacemente difeso da politici che hanno due famiglie o da chi ha pagato mignottoni a domicilio.

Del pensiero forte e radicale di un uomo tenace resta solo la preoccupazione di non perdere l’otto per mille e tutti gli stipendi che la scuola elargisce per un insegnamento di cui non rimane la minima traccia. Tranne che per un legnetto.


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