Come si rivela un’indole mafiosa: Dell’Utri a Porta a Porta

par Nicolò Freccero
martedì 8 dicembre 2009

Il senatore Marcello Dell’Utri, ieri sera, ha ammesso un solo “peccato”, per lui veniale: sul processo di primo grado ha detto che il suo errore fu solo Mangano, cioè di non averne accertato la provenienza e tanto meno l’appartenenza, da lì sono nati i suoi guai con la giustizia e la sua condanna. Diciamo che sia anche probabile, ma poco credibile.

Ma il vero problema nasce non solo da questo errore valutativo, ma dal modo di difendere poi il Mangano. Dell’Utri infatti specifica come mai lui abbia usato la parola “eroe” o eroico per lo stalliere. 

Il fatto “eroico” sta nella negazione da parte del Mangano di rivelare o dire cose svantaggiose o infamanti su Berlusconi e lui stesso, da parte del mafioso. Mangano si rifiuta di collaborare, o meglio, sottinteso, non vuole agire per volontà della magistratura senza dubbio formata da “toghe rosse” che lo vorrebbero strumentalizzare politicamente. Prendiamo anche questo come una semi- verità , o altro, ma resta un fatto importante per Dell’Utri che ne rivela l’indole mafiosa: lui defiisce eroico il mafioso, per essere un uomo d’onore, titolo importantissimo per uno che appartiene a Cosa Nostra, che usa il concetto dell’omertà, il famoso "nu sacciu ninti".

Con tale descrizione dell’eroismo dimostrato da un uomo d’onore, Dell’Utri ha chiaramente svelato la sua appartenenza culturale.


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