Ci svincoleremo in tempo dai combustibili fossili?

par Francesco Rossolini
venerdì 15 maggio 2009

 

La prima rivoluzione industriale ci ha donato la macchina a vapore con le sue innumerevoli applicazioni e ci ha introdotto nell’era dei combustibili fossili. Dal solo carbone si è poi passati all’impiego del petrolio con la seconda rivoluzione industriale e il motore a combustione interna.

I combustibili fossili, accumulatisi in milioni di anni, e custoditi nel sottosuolo sono essenzialmente il carbone, il gas naturale, il petrolio e gli altri idrocarburi.  

Oggi la dipendenza dal petrolio e i suoi derivati in campo energetico e chimico è indiscussa, come indiscussa è la dipendenza dal carbone. USA e CINA producono la maggior parte dell’energia elettrica di cui necessitano, mediante centrali a carbone, che rappresentano la prima fonte d’inquinamento atmosferico.

I combustibili fossili hanno due aspetti negativi: il primo è che sono una fonte energetica non rinnovabile ovvero si sta consumando ed esaurendo a ritmi frenetici ciò che si è accumulato in milioni di anni; il secondo è che sono per loro natura inquinanti. Realisticamente dovremmo aver utilizzato almeno metà dei combustibili fossili presenti sulla Terra.

Dato che tutti i combustibili fossili rappresentano una quantità finita non rinnovabile sono estremamente preziosi, proprio per tale motivo controllare la loro estrazione, trasformazione e distribuzione significa controllare il sistema economico mondiale. Soprattutto per questo il passaggio a fonti energetiche rinnovabili è profondamente osteggiato.

Poniamo il caso che un’azienda X decida d’investire massicciamente sulla produzione di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza e trovi il modo di produrli e commercializzarli a un prezzo ragionevole, diciamo 1000 € per un pannello da 1 Kw/h. Una qualsiasi famiglia potrebbe dotarsi, con una spesa contenuta, di un impianto fotovoltaico da 5 Kw/h, capace di garantire anche il riscaldamento mediante climatizzatori. Poniamo che un’altra azienda immetta sul mercato utilitarie completamente elettriche con un’autonomia a piena carica di 500 Km ad un costo di 10000 €. In tal modo una qualsiasi famiglia potrebbe eliminare la componente energia in maniera definitiva dalle spese mensili con un investimento di appena 15000 €. I pannelli fotovoltaici sarebbero più che sufficienti a provvedere al consumo energetico complessivo di una qualsivoglia famiglia. 



Una tale soluzione porterebbe ad un  risparmio annuo per famiglia di circa 10000€, che è la spesa complessiva media in benzina, elettricità e metano di una famiglia di quattro persone. 

Bene chi ci rimetterebbe in un tale scenario? Proprio coloro che controllano il sistema degli idrocarburi. I paesi esportatori, le multinazionali che estraggono e trasformano i combustibili fossili e infine i governi stessi che ricavano cospicui introiti dalla tassazione sulla vendita dei combustibili. In sostanza nessuno di costoro ha un interesse reale a incentivare l’impiego di energie rinnovabili. Il sole è una fonte energetica straordinaria, praticamente infinita, enorme e gratuita.

Purtroppo è proprio quest’ultimo fattore che ne limita fortemente l’applicazione.

Il termine energia non sembra accordarsi bene con il termine gratuito, almeno nelle orecchie di chi ottiene ricavi impressionanti dai combustibili fossili. È evidente che la questione inquinamento sia del tutto irrilevante per chi detiene il controllo del sistema energia e che l’unico obiettivo delle grandi multinazionali dell’energia sia preservare lo status quo.

C’è anche un altro aspetto che preoccupa il mondo Occidentale, ovvero fintanto che l’energia sarà prodotta mediante idrocarburi o al più mediante centrali nucleari l’Occidente potrà continuare a mantenere il predominio sul mondo, ma qualora il sole dovesse divenire veramente una risorsa, o meglio la principale forma di approvvigionamento energetico, quali aree del pianeta si verrebbero a trovare fortemente avvantaggiate da questo mutamento di prospettiva?  


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