Brenda: di sicuro c’è solo che è morta

par Elisa Lai
venerdì 20 novembre 2009

Nuove dal fronte Marrazzo. Chi credeva che la faccenda fosse stata oramai liquidata con le dimissioni del Presidente della Regione Lazio e il suo ritiro in una struttura religiosa, si sbaglia di grosso. Ora, il rosso dello scandalo si macchia di giallo.
 
Alle quattro e un quarto di questa mattina, i Vigili del Fuoco di Roma vengono chiamati per un incendio sviluppatosi nelle cantine di una palazzina, in Via Due Ponti. Al loro arrivo, solo un quarto d’ora dopo, la scoperta: il cadavere di Brenda, la transessuale coinvolta nel caso Marrazzo, oramai carbonizzato. Seminuda, senza alcun apparente segno di violenza. Forse deceduta a causa del fumo generato dalle fiamme.
 
A quanto riferiscono alcuni transessuali accorsi sul posto, la vittima avrebbe annunciato diverse volte di volersi suicidare. Non a causa della forza asfissiante dei riflettori italiani puntati su di lei, ma per paura. Qualcuno la minacciava, come lei stessa ha confidato ieri sera alle colleghe. "Non ce la faccio più" avrebbe ripetuto più volte "così non riesco ad andare avanti".
 
La notte dell’8 Novembre scorso, venne aggredita da un gruppo di uomini - romeni, stando a quanto riferito dalla stessa Brenda-, e derubata del cellulare. Quando i carbinieri sono intervenuti, la donna ha cercato di ferirsi sbattendosi la testa contro un’auto e poi, una volta accompagnata all’ospedale, si è ferita con delle forbici. Una ricerca ossessiva della morte.
 
"Questo gioco è troppo duro per me e le cose che mi stanno accadendo non mi sarebbero successe se non fossi stata coinvolta in questa storia. Ho paura di morire. Sarebbe facile avvicinarmi mentre lavoro e farmi fuori: la strada è buia, chi se ne accorgerebbe?" riferisce la trans in un’intervista a Repubblica.
 
Suicidio, dunque? Esistono alcuni dubbi in proposito.
 
Per prima cosa, alcuni testimoni riferiscono di aver sentito un gran fracasso e un tramestio di voci provenire dall’appartamento della donna, durante la nottata. Sospette anche le valige, già pronte, ritrovate nella casa. Forse, Brenda stava per mettere in atto quella che le sembrava l’unico modo di svegliarsi dall’incubo in cui viveva relegata: scappare da Roma per tornare in Brasile.
 
Dunque quello che, a un primo esame, sembra solo l’avverarsi di un macabro desiderio ossessivo, potrebbe invece prendere le tinte di un omicidio volontario.
 
La polizia scientifica della Questura di Roma è già al lavoro. Sul posto anche i Ros, Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli, titolari dell’inchiesta sul caso Marrazzo.

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