Bollette da pagare

par Bernardo Aiello
venerdì 18 dicembre 2009

L’imperterrito giungere a pioggia a casa del vostro reporter di bollettini postali da pagare entro la fine dell’anno, lo ha spinto a rivolgere ad essi la propria attenzione. Inutile dire che si tratta in tutti i casi di servizi di pubblica utilità, posti sotto l’Alta Sorveglianza della Mano Pubblica nell’interesse della collettività degli utenti e che spendiamo anche un bel po’ di denaro pubblico per far funzionare le cosiddette Autority.
 
Ciò premesso, vediamo l’esito per le due di esse destinate al pagamento di consumi energetici, una emessa da ENI S.p.A. ed una da E.N.E.L. S.p.A., fiore all’occhiello del nostro Paese, al punto da far temere al nostro Premier ostili scalate estere in occasione del crollo delle Borse per la crisi dei derivati. Orbene, quella del gas è risultata essere una bolletta di acconto su un consumo presunto della famiglia del vostro reporter di 2,55 metri cubi di metano al giorno. Una semplice ricerca sulle bollette dell’anno precedente ha evidenziato che, invece, il consumo presunto avrebbe dovuto essere indicato in 1,00 metro cubo al giorno, senza alcuna influenza delle possibili variazioni climatiche perché nella nostra città i servizi pubblici funzionano veramente male, ma il servizio naturale della nostra stella Sole è eccellente, al punto che la norma impone di mettere in funzione gli impianti di riscaldamento solamente a dicembre. E che non si tiri in ballo il servizio di autolettura del contatore, il quale non può essere nè sistematico nè obbligatorio : se si va in salumeria per acquistare del parmigiano è onere del salumiere pesarlo prima di farlo pagare e lo stesso vale per chi vende metano. La cosa è stata segnalata con nota via fax al soggetto emittente la fattura, sia pure con scarse speranze di essere presa in considerazione.
 
Comunque, per l’ENI S.p.A., si tratta pur sempre di acconti.Nel caso dell’E.N.E.L. S.p.A. si tratta, invece, di costo definitivamente accertato. Esso è stato calcolato, nell’ultima bolletta dell’anno in corso, sulla base di un costo unitario di Euro 0,183 per ogni Kwh consumato. Orbene, andando a scartabellare nelle bollette dell’anno precedente (quando il prezzo del greggio cominciò a crollare sotto i colpi della crisi dei derivati, passando dai 140 dollari al barile ai 50 dollari al barile) è risultato che nell’ultima bolletta dell’anno passato il costo unitario era pari ad Euro 0,165 per ogni Kwh consumato. E che non mi si parli di meccanismo di pagamento su base annua a scaglioni che può alterare i conti: a casa nostra siamo profondamente abitudinari ed i nostri consumi energetici sono praticamente costanti nel tempo.
 
Tutto quanto sopra, invece, conferma due cose :
a)  L’effettiva appetibilità delle azioni di E.N.I. S.p.A. e di E.N.E.L. S.p.A., i cui risultati economici, su questa via, non potranno essere che positivi oltre ogni aspettativa, anche se ciò avviene sempre a carico dell’utenza.
 
b) La fondatezza del grave allarme che si crea nell’italico popolo quando qualcuno parla di “privatizzazioni”: nessuno ci convincerà mai che sono fatte nel nostro interesse e che convengono all’utente, o per meglio dire pensiamo tutti che con le privatizzazioni qualcuno, da qualche parte ed in qualche modo non sempre cristallino, sta cercando di fregarci, alla stregua di quanto ha fatto negli Stati Uniti la Enron. Ed i fatti sembra che lo confermino al di là di ogni ragionevole dubbio.
 
Non resta altro che andare alla posta e pagare i bollettini in questione col sorriso sulle labbra.

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