Berlusconi e la legge del più forte

par Massimo Famularo
venerdì 13 novembre 2009

Con la nuova proposta di legge, il premier sembra ancora una volta perseguire i propri interessi nei limiti di quanto gli è possibile. Limiti sempre sempre più lontani, a causa del colpevole disinteresse degli Italiani

La nuova proposta di legge sulla prescrizione breve è un atto legittimo, perfettamente inquadrato in un sistema di valori consolidato. Un sistema più semplice e chiaro di quello in cui, ipocritamente, ci si ostina a parlare di democrazia e giustizia. I presupposti sono davanti agli occhi di tutti: la forza dirime le controversie e determina lo svolgersi dei rapporti umani.

 

Una forza che, a Napoli e Palermo, si esprime quando necessario a colpi di pistola. La strumento di potere di quelle organizzazioni, che si ramificano in tutto il mondo, come ci spiega Saviano nel suo celebre libro. Ma anche in quelle zone del meridione, dove la criminalità organizzata non ha interrasse a operare, vige la legge del più forte. Sarà quel dipendente comunale, che può decidere l’elezione di un parlamentare, facendo leva sull’ingenuità e sull’ignoranza. Oppure sarà qualcun altro a cui è stato allegramente delegato il potere. Risalendo verso il centro nord, la forza si esprime attraverso il denaro e le amicizie, a prescindere dal colore politico.

La nuova legge sulla prescrizione è chiaramente una manifestazione di forza. Il premier sa di essere abbastanza forte, da proporre una nuova legge che sembra fatta per se. Sa che gli italiani lo tollereranno, perché hanno altro a cui pensare, perché non capiscono bene, oppure perché in fondo in fondo lo ammirano. Alla fine, non fa altro che perseguire i propri interessi nei limiti delle sue possibilità. Limiti che da qualche tempo sembrano spariti, con il beneplacito della popolazione italiana.

Di chi è la colpa? Dell’uomo che fa quello gli torna utile, o del popolo che glielo permette? E’ inutile chiedere per chi suona la campana. Suona, inesorabilmente, per tutti noi.

 
 

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