Apocalisse lavoro: intervista con un rappresentate della CISL
par marco
lunedì 10 agosto 2009
Mi chiamo Marco e risiedo nella "Marsica", una bella zona dell’entroterra abruzzese. Riporto un’intervista fatta a un rappresentante sindacale, intervista che mette in evidenza la drammaticità della situazione occupazionale e lavorativa della mia zona.
Agosto, un mese di transizione nell’universo lavorativo fra quel che è stato e quel che sarà. Consci della poca consapevolezza presente nel nostro territorio, sulle reali dinamiche del mercato e sulle questioni sindacali della terra marsa, abbiamo incontrato, alcuni giorni fa, chi queste dinamiche le conosce, le sa spiegare e, in parte, anche modificare.
Di fronte al nostro block notes da direttore, il sottoscritto scruta il volto determinato e preoccupato di Antonello Tangredi, segretario territoriale della FIM - Cisl. Cominciamo il nostro fuoco di fila.
D: Situazione drammatica?
R: Drammatica no, pesante sì.
D: Va tutto male?
R: Quasi; solo la Fiamm è in controtendenza.
D: E come mai?
R: Professionalità, layout e turn over hanno tagliato fuori la fabbrica ceca, l’altra costola della stessa fabbrica, a vantaggio di quella marsicana.
D: Bene, ma andiamo invece sulle dolenti note.
R: Cominciamo con la Silver Car che, a settembre, purtroppo, se non ci sarà una forte ripresa del mercato, ci chiederà quasi sicuramente ulteriori sacrifici per le maestranze. Il mercato è in crisi da più di un anno e, sebbene la Silver Car, non solo in Italia, sia leader nel suo settore, potendo, tra l’altro, vantare professionalità eccellenti, farà ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali. In questo momento, per le sorti di questa azienda, un ruolo importante, potrebbe giocarlo il cosiddetto “credito all’impresa”.
D: Imb ex Brenta.
R: Molto probabilmente a settembre scomparirà lasciando i suoi sei, sette dipendenti a spasso.
D: Il colosso Presider?
R: Non ha il vento in poppa come sua tradizione ma, sebbene delicata, la situazione non è drammatica. Non sono stati confermati i contratti in scadenza al 31 luglio 2009 ma, speriamo e, la volontà padronale di evitarlo c’è tutta, di non dover ricorrere a qualche forma di ammortizzatore sociale.
D: La Marel?
R: Cassa Integrazione con pagamento degli stipendi direttamente dall’Inps. Non acquisirà più la Oliit.
D: Cosa ci dice della Saes?
R: L’abilità della classe dirigente, unitamente ad un eccellente lavoro sindacale, ha risolto una possibile crisi in maniera quasi perfetta. I lavoratori, chiamati a condividere con il loro voto le scelte del tavolo sindacale, non rischiano il posto di lavoro.
D: L’Assut come sta?
R: 13 settimane di CIGO fatte fra la fine del 2008 e gli inizi del 2009: dipende dai destini della sanità. Sinceramente la gestione mi lascia molto perplesso.
D: Euroconic.
R: Altre 13 settimane di Cassa Integrazione chieste di recente e saliamo a quota 39 (9 mesi, ndd) nel corso del 2009 (a 20 ore settimanali).
D: Sulla Maccaferri vi aggiorniamo a parte, ormai quotidianamente e quindi spostiamoci sulla Kromoss.
R: Ahinoi non è sindacalizzata.
D: Un aggiornamento sulla Oliit?
R: L’acquisizione dell’intero sito da parte del Consorzio per lo sviluppo industriale di Avezzano, fortemente caldeggiato dal sindacato e per il quale ringrazio ancora l’ex Presidente Evelina TORRELLI e l’ex Assessore Regionale D’AMICO, sembrava potesse aprire una nuova strada per le sorti dei circa 100 ex lavoratori Oliit. Purtroppo, l’unico imprenditore rimasto in lizza per l’operazione industriale, è sparito nel nulla a gennaio scorso.
D: Santa Croce.
R: Sinceramente non sono molto informato al riguardo ma, ti posso dire che la situazione rimane precaria.
D: Torniamo a Celano per parlare della Ve.Pr.Al.
R: E’ in Cassa Integrazione straordinaria da Febbraio perchè erosa dai problemi del mercato e, come tutte le piccole imprese, l’assenza di credito da parte delle banche, appesantisce inevitabilmente la situazione: sarà difficile uscire da questo tunnel.
D: Hydro.
R: E’ l’isola felice e poi, motivo di vanto per la nostra zona, è diretta da un giovanissimo e bravo ingegnere avezzanese: fila quasi tutto liscio.
D: Ed entriamo finalmente nel mondo Micron cominciando con l’indotto che è andato e non ritorna.
R: L’Air products, la Edwards, le Tecnoconverge, ecc. o hanno chiuso o sono in procinto di farlo. L’unica fonte di guadagno per gli operai sta diventando la mobilità.
D: E questo immobilismo a cosa è dovuto?
R: Non ci sono investimenti, soprattutto nella Micron e, soprattutto, sulla ricerca e sviluppo di nuove tipologie di prodotti. Dal 30 luglio 2006, per più di due anni, Micron e politica non hanno fatto altro che parlare di raddoppio. La maggior parte della politica sia allora che adesso, non sapeva e non sa nemmeno di cosa si parlasse e si parla. Il sindacato, sempre inascoltato, si preoccupava di spiegare alla politica che era più logico preoccuparsi prima delle sorti dei 2000 occupati prima di parlare di raddoppio. La politica, invece, era convinta che si parlasse di altre 2000 assunzioni: cose da non credere. Degli iniziali 3,3 miliardi di euro previsti per l’investimento, dopo un anno si era perso già 1 miliardo. Oggi la Micron ha a disposizione 100 milioni di euro: una goccia nel mare. La giunta Chiodi, alla quale abbiamo chiesto un incontro circa 6 mesi or sono, neanche ci ha convocato. Nel frattempo la Micron di investimenti non parla più!!! Anzi, sono scaduti diversi contratti di apprendistato e molti di loro non avranno più seguito.
D: E quindi domani?
R: Fino alla fine dell’estate, stando a ciò che è venuto fuori dagli incontri ufficiali, problemi per la produzione non dovrebbero essercene. La mia preoccupazione è per Gennaio, Febbraio e Marzo 2010, periodo notoriamente coincidente con cali di richieste di mercato, speriamo di non dover sottoscrivere di nuovo accordi di CIGO o altre forme di ammortizzatori sociali.
D: E dopodomani?
R: Senza investimenti seri e continui, in un settore come questo, fortemente esposto alla volatilità del prodotto non vai da nessuna parte. Non puoi reggere la concorrenza solo puntando sull’operosità dei dipendenti, soprattutto in produzione dove, giova ricordarlo, si sta chiudendo il decimo anno con turni di 12 ore: in molti non ce la fanno più. Questa, però, è un’altra storia della quale, purtroppo,con la direzione non è possibile discutere perché per la Micron i turni di 12 ore sono indiscutibili. Personalmente penso che una sana discussione in tal senso e una rivisitazione della turistica, riportandola sul modello di otto ore giornaliere con calendario 6+3, ossia, 2 mattine, 2 pomeriggi, 2 notti e 3 riposi, come ai tempi della Texas Instruments, non solo sarebbe utile alla SALUTE dei lavoratori ma aiuterebbe anche l’azienda a recuperare ulteriormente in termini di produttività è qualità.
D: E l’Apocalisse marsicana di cui sopra, quale sarà?
R: L’Apocalisse è una cosa triste solo a pensarla e noi, oltre ad avere il dovere, dobbiamo avere la capacità di evitarla, facendo tutti, ogni sforzo per dare risposte a chi ha bisogno. Pensa, solo la Micron eroga in stipendi, ogni anno, circa 100 milioni di euro; di questi soldi, circa il 60% rimane nella Marsica, immagini cosa succederebbe se chiudesse? L’economia si paralizzerebbe. Dovremmo tornare inevitabilmente in un mondo del quale, nel frattempo, ci siamo dimenticati e che ormai appartiene ad una fascia di lavoratori che non siamo più noi: anche le terre del Fucino sarebbero lontane.
Dunque, è necessaria e non rinviabile nel tempo, la scelta di una strategia politica che torni ad occuparsi SERIAMENTE della “questione” LAVORO nelle aree interne dell’Abruzzo; una scelta politica seria che vada a coniugarsi con un patto generazionale per continuare la politica dello sviluppo e dare speranze concrete alla Marsica.
Morale della favola: l’Apocalisse sarebbe la chiusura della Micron ma remando tutti nella stessa direzione forse… Intanto noi non possiamo fare altro che salutare e ringraziare Antonello Tangredi, nella speranza che con il suo lavoro possa almeno mitigare gli effetti di una crisi che sta lasciando il segno su tutti noi.
L’intervista è tratta da "Marsicanews".