Anche il liberismo è completamente indifferente all’individuo

par Francesco Rossolini
venerdì 3 aprile 2009

 

La motivazione principale che ha portato al tracollo dei sistemi comunisti è stata la generalizzata perdita di valore dell’individuo come elemento cardine del sistema e l’esaltazione del tutto, nel senso stalinista del termine. Al centro lo sviluppo industriale e ai margini gli individui, che da beneficiari del sistema divengono solo suoi elementi sacrificabili e intercambiabili.

A questo si è contrapposto il sistema liberale e capitalistico che almeno agli inizi ha mantenuto l’importanza del fattore umano, tramite la meritocrazia e la possibilità di emancipazione e mobilità sociale. Insomma ci si è illusi che il liberismo ponesse al centro dell’universo, come una sorta di neo sistema geocentrico, l’uomo.

Pertanto il capitalismo è divenuto il Sistema e non una delle possibili alternative. Generazioni di economisti ci hanno decantato le innumerevoli meraviglie del sistema liberale, alcune effettive altre illusorie, comunque nessuno, tra i pochi che ne hanno sentito la necessità, ha saputo proporre un’alternativa migliore.

Oggi il liberismo sfrenato ha manifestato tutta la sua maestosa noncuranza per l’individuo come tale, proprio come il suo rivale di un tempo ovvero il comunismo dei piani quinquennali. Il liberismo strutturato in società (banche o gruppi industriali) guidati in maniera oligarchica o neo aristocratica da amministratori delegati da decine di milioni di euro all’anno non è molto lontano dal Primo Stato francese alle porte della rivoluzione.

Oggi esattamente come nella Russia di Stalin o nella Francia di Luigi XVI di Borbone, gli individui sono sacrificabili, il popolo è un piccolo dettaglio nel sistema. Quindi licenziare impiegati e operai è cosa del tutto naturale ed eticamente accettata dai detentori del potere economico.

A questo siamo giunti, a questo si è ridotto lo slancio straordinario innescato dalla rivoluzione francese, dai moti della prima metà del XIX secolo e dal lungo e sofferto processo di democratizzazione del mondo occidentale.

Ora sappiamo che il liberismo e i suoi burattinai non si curano affatto dei cittadini, di coloro che dovrebbero detenere il potere in stati democratici, di coloro che con sacrificio e dedizione alimentano il sistema stesso ed ingrassano i noncuranti ed altezzosi top manager. Ora sappiamo che riformare il liberismo con elementi tratti dai punti più avveduti del socialismo è una necessità se non vogliamo piombare per l’ennesima volta nel baratro delle barbarie. 


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