Yara Gambirasio vittima di un omicidio rituale?
par Emiliano Di Marco
lunedì 14 marzo 2011
Qual è il significato della X ritrovata sulla schiena di Yara Gambirasio? Gli elementi acquisiti nelle ultime settimane escludono del tutto l’ipotesi dell’omicidio rituale? Le immagini del furgone bianco escludono o confermano l’ipotesi del rapimento organizzato?
E' solo con delicatezza, quella che si deve alla vita di una ragazzina strappata via dai suoi sogni e dall'affetto di una famiglia che l'amava, che un dramma terribile come l'assassinio di Yara Gambirasio può permettere qualche congettura. Quello che sappiamo noi, che non siamo giornalisti professionisti, filtra attraverso la stampa ed i programmi TV, quelli specializzati nella “distrazione di massa”, che attirano il pubblico negli abissi dell'orrore. L'intrattenimento per un pubblico di milioni di persone che non può non commuoversi davanti al dolce sorriso di Yara, non rimanere turbato di fronte all'illogicità di una morte così crudele.
In un paese che abbonda di casi di morti per mafia che finiscono nel silenziatore mediatico, le poche morti causate da reati a sfondo "sessuale" vengono narrate con tutto l'armamentario dei media attuali, con l'aggiunta oggi della disponibilità delle informazioni che possiamo leggere su internet in qualsiasi momento. I fatti di cronaca diventano così un fenomeno di costume, dal quale sarebbe un errore distogliersi per snobismo, non cercare di capire.
Per mia fortuna, la mia cara mamma non si perde nemmeno una di queste trasmissioni televisive e, quando ho bisogno di un rapido aggiornamento sugli sviluppi di una vicenda di cronaca, non devo fare altro che rivolgermi a lei. Mia madre, con la sua partecipazione emotiva, a volte è stata capace di inchiodare un pericoloso assassino, prima ancora dello sviluppo delle indagini scientifiche, solo grazie al suo sesto senso. Come nel caso di Danilo Restivo. 17 anni di ricerche non hanno potuto fare altro che confermare i suoi sospetti maturati già nel 1993, gli stessi che aveva la mamma di Elisa Claps. Autorevolissima poi la sua opinione sull'affidabilità dei testimoni interrogati dalle telecamere. Con lei non si scherza e c'è da fidarsi.
Quanto basta insomma per sapere che ogni scena di un delitto ha una vita propria, perché la memoria del trauma si conserva sul corpo della vittima e nel terreno, nelle piante calpestate ed i rami spezzati, negli insetti alterati dalla presenza di un cadavere, nei segni sui resti, sui vestiti e nella disposizione del corpo.
Esattamente come accade alla vittima, ai suoi familiari, ai testimoni ed ai sospettati, anche la scena del crimine perde così la sua privacy. Nemmeno le pietre rimangono indisturbate, né per le indagini degli investigatori e dei giornalisti, né per i cortei di curiosi che inevitabilmente vanno sul luogo del delitto, anche quando hanno esaurito le loro domande. Si va per collezionare souvenir, per scattare foto, per portare bigliettini, lettere, fiori. Lo si fa un po' per solidarietà ed un po' perché ci si vergogna di quel bisogno indotto di guardare. Si lascia un fiore perché si è consapevoli che si sta violando una cosa sacra. E gli investigatori sanno bene che devono combattere anche contro il tempo della curiosità quando cercano le tracce di un crimine. Sul luogo del delitto ci si va con le telecamere e con la fantasia di chi è attratto dall'abisso. Perché se guardi nell'abisso, l'abisso guarda te.
Crime Scene
Abbiamo, per il momento, solo due scene principali del crimine: il luogo in cui Yara è stata rapita, ed il luogo in cui è stata ritrovata, tre mesi dopo.
La relazione preliminare della perizia su Yara
L'11 marzo la dottoressa Cattaneo ha consegnato al PM Letizia Ruggeri la relazione preliminare sull'autopsia di Yara. Nei prossimi 90 giorni verranno consegnati i risultati finali, ben più importanti, delle altre perizie sui vestiti su cui stanno lavorando i RIS di Parma, mentre gli oggetti, le chiavi, la sim card e la batteria del cellulare, trovati nelle tasche del giubbetto, sono esaminati a Roma dalla Polizia Scientifica. Ciò che si sa della perizia sono solo le indiscrezioni pubblicate sulla stampa, a volte in modo contraddittorio, nessuno dei giornalisti infatti avrebbe avuto visione della relazione. In base a queste indiscrezioni, emergerebbe che non è stata ancora accertata la causa della morte di Yara. E' stata infatti riscontrata un'ampia lesione alla testa causata da non un meglio precisato corpo contundente, mentre i sei colpi inferti sul corpo non sarebbero stati sufficienti a causare la morte, che può essere avvenuta anche per soffocamento oppure per dissanguamento, anche se l'assenza di sangue sui vestiti escluderebbe questa ipotesi. Importanti per ora le tracce di DNA trovate sui guanti e sulla batteria del cellulare della ragazzina, che non risulterebbero appartenere a nessuna delle persone legate a Yara. L'indiscrezione relativa alla presenza di non meglio precisate lesioni non mortali sulla schiena e sul torace, inoltre, ha acceso la fantasia dei giornalisti e dei criminologi alla ricerca della firma del delitto.
Il Modus Operandi?
Sappiamo che il rapimento è avvenuto il 26 novembre, in pochissimi minuti, in un orario collocabile tra le 18 e 42, quando, secondo un testimone, Yara sarebbe stata vista uscire dalla palestra, e le 19. Alle 18 e 44 la ragazzina ha risposto ad un sms di una sua amica. Le poche testimonianze raccolte, sulle quali persistono tuttora forti dubbi, rendono tuttora difficile sapere se si è trattato di uno o più offender. Tuttavia il ritrovamento del cadavere ad una decina di chilometri di distanza da Brembate di Sopra porterebbe a ritenere che si sia trattato di più di un offender, almeno uno dei quali probabilmente guidava il veicolo con il quale Yara è stata portata via. Se invece la ragazzina fosse salita volontariamente sul veicolo (e poi perché? visto che la casa dista a poche centinaia di metri dalla palestra e non pioveva?) potrebbe avere avuto una reazione nei confronti del rapitore nel momento si è accorta che veniva portata fuori il suo paese. Questa ipotesi sosterrebbe la teoria che Yara non è stata uccisa nel luogo del ritrovamento.
Alcuni dubbi sul rapimento. Organizzato o occasionale?
La ragazzina di Brembate aveva uno stile di vita regolare. E' irragionevole ritenere che a quell'ora possa avere avuto un motivo per non recarsi a casa, dove la madre l'aspettava. La signora Gambirasio ha cominciato a cercarla sin dalle ore 19, come risulterebbe dai tabulati. E' possibile invece che la ragazzina fosse già stata individuata come possibile preda, tuttavia la circostanza casuale della sua presenza nel luogo del rapimento, per consegnare una cassetta o una stereo della sorella, restringerebbe il raggio delle ipotesi ad un rapimento occasionale. Non risulta che Yara sia stata oggetto di stalking, né di molestie da parte di qualcuno. Se gli offender erano organizzati e non conoscevano la vittima potrebbero aver preso la ragazzina più indifesa che hanno avuto a disposizione in quel momento nei pressi della palestra. E' quindi probabile che gli offender siano stati già nella palestra diverse volte, ed abbiano programmato il sequestro conoscendo gli orari ed i turni di allenamento delle ragazze. Yara,a quanto pare, usava le cuffie dell'Ipod per sentire la musica quando si spostava da sola, circostanza che avrebbe potuto renderla più vulnerabile.
Il furgone
Nei giorni scorsi la trasmissione di Rete 4, Quarto Grado, ha mandato in onda le immagini (vedere il video a fondo pagina) riprese dalla telecamera di una banca situata in via Rampinelli a Brembate di Sopra. Nelle immagini è visibile un furgone bianco che transita inizialmente in direzione opposta agli incroci che collegano via Rampinelli con la parallela via Locatelli, dove si presume sia stata presa Yara. Lo stesso furgone ritorna nelle immagini della telecamera alle 18 e 51, da via Gotti, da una direzione compatibile quindi con una eventuale provenienza da via Locatelli. La possibilità che Yara sia stata sequestrata e portata via con un furgone bianco coincide anche con la testimonianza di una donna di Ambivere che, intorno alle ore 19 del 26 novembre, avrebbe sentito delle urla di una ragazza provenire da un furgone bianco nei pressi di via Giovanni XXIII. La direzione da Brembate di Sopra ad Ambivere sarebbe compatibile anche con l'ipotesi che il furgone si sia successivamente recato nel cantiere del centro commerciale di Mapello, dove il fiuto dei cani, ben tre, avrebbero avvertito la presenza di Yara nelle ricerche condotte nei giorni successivi. Il Furgone, o il mezzo usato dai rapitori, è la terza scena del crimine.
Il campo di località Bedeschi
Staging
Alcune indicazioni sul delitto emergono dallo staging, ovvero da modo in cui è stato fatto ritrovare il corpo, mentre inquietanti elementi, sui quali sono in corso accertamenti, emergerebbero dai segni che sarebbero stati individuati sul corpo di Yara. Da quello che sappiamo il cadavere della ragazza, presumibilmente collocato nelle ore successive al rapimento nel campo, era supino ed aveva braccia e gambe divaricate, come se fosse stato trascinato, oppure alzato da due persone. Al momento non sono state trovate tracce evidenti da trascinamento.
Signature (Firma)
Secondo il criminologo Francesco Bruno sarebbero stati trovati due segni sulla pelle, poco profondi, un simbolo a forma di X, affiancati da due linee parallele.
La X potrebbe rappresentare semplicemente una croce, oppure avere un significato molto più complesso. Il simbolo X corrisponde alla T (il tau) nell'alfabeto fenicio ed in quello paleo-ebraico dei samaritani, e starebbe all'origine della croce egizia e, successivamente, cristiana. La X mostrata sui giornali, anche con le linee intesecantesi, in verità, assomiglierebbe di più ad una una croce paleocristiana. Potrebbe essere "semplicemente" una crux decussata, detta anche croce di Sant'Andrea. I simboli, X e linee, potrebbero anche essere, come ipotizzato dai criminologi, caratteri runici, un alfabeto che, oltre ad essere usato per la scrittura dagli antichi popoli delle culture continentali d'Europa, in particolare Scandinavi, Germanici ed Anglosassoni, era usato anche per la divinazione e gli incantesimi. Runa significa infatti “mistero”, “segreto”. In attesa delle verifiche sui segni, per avere certezza sulla loro intenzionalità o casualità, anche la disposizione del corpo, la posizione delle braccia e delle mani, e l'orientamento "astronomico" del corpo potrebbero assumere rilevanza.
Delitto rituale?
Allo stato attuale, ciò di cui si dispone è solo una dichiarazione del PM Letizia Ruggeri, la quale confermerebbe che "il corpo ha perso poco sangue per le ferite... e comunque non ne risultava privo". I vestiti della ragazza non sarebbero visibilmente macchiati di sostanza ematica. Le ferite ed i segni sul corpo di Yara sarebbero quindi successivi alla sua morte? La PM non esclude la pista dell'omicidio rituale anche se, per quanto riguarda la forma dei tagli sulla schiena, ritiene non sia possibile, al momento, parlare di un simbolo, confermando solo che ci sono due lesioni parallele, ed altre due che si incrociano.
Anche il Crime Classification Manual non ci fornisce particolari significativi sugli "omicidi motivati dall'appartenenza di sette o culti". La maggior parte dei casi verificatisi negli USA infatti ha visto vittime persone che facevano parte di una setta o che intendevano entrarvi. La scena del crimine in questi casi contiene manufatti ed oggetti simbolici. Lo stato del corpo dipende dal movente. Quando l'offender vuole inviare un messaggio il corpo in genere non viene infatti occultato. Ma non è negli Stati Uniti che va cercata la casistita per questo tipo di omicidi, perché è proprio l'Italia che ha il più significativo caso di crimini seriali motivati dall'appartenenza ad una setta o ad un culto. Il caso del cosiddetto "mostro di Firenze".
Analogia con le vittime del "Mostro di Firenze".
Il 15 settembre 1974, quando furono trovati il cadavere di Stefania Pettini e del suo fidanzato, la donna era distesa completamente nuda, braccia e gambe divaricate, colpita da 96 coltellate e con un tralcio di vite conficcato nella vagina. Carmela di Nuccio uccisa il 7 giugno del 1981, aveva anch'essa braccia e gambe divaricate, era semisvestita, colpita con pallottole calibro 22. L'offender la colpì ripetutamente al pube con il coltello, prima di asportarne un pezzo anatomico. Il 22 ottobre del 1981 toccò a Susanna Cambi, il cadavere era in posizione supina, braccia e gambe divaricate. Nei pressi del corpo fu ritrovata una pietra levigata verniciata di rosso, a forma di piramide tronca, che in seguito sparì dal deposito dei corpi di reato della cancelleria del tribunale, insieme ad un ciuffo di capelli castano chiari ritrovati tra le mani della ragazza. Tutti questi omicidi avvennero in notti di novilunio. Anche Antonella Migliorini, uccisa con il suo uomo, il 19 giugno del 1982, benché l'offender a causa della reazione del fidanzato non potè compiere il rituale sulla donna. Notte di novilunio anche quando furono uccisi con proioettili dello stesso calibro Rusch Uwe Jens e Horst Meyer, due giovani tedeschi, e nel caso della morte di Pia Rontini e Claudio Stefanacci, uccisi il 9 settembre del 1985.
La Runa
In base all'alfabeto futhark antico, o germanico, composto di 24 lettere, la X trovata sulla schiena di Yara corrisponde al numero 7. La lettera g. Il Gebo. Il Dono. Gebo è la Runa dei doni, del dare e del donare. Nelle società tribali il dono è considerato non solo un dovere ma anche una necessità. L'atto del donare corrisponde all'onore, alla qualità del rispetto, alla lode, al prestigio sociale, alla felicità. Gebo è l'energia che governa la legge del dono, e del dare. Regola lo scambio di energia. I doni venivano scambiati tra servo e padrone, tra marito e moglie e tra coloro che stipulavano la pace. Gebo è anche lo scambio definitivo, dell'amore. Simboleggia nella sua forma grafica l'uguaglianza dei due opposti. La dualità stessa. L'atto dello scambio è rappresentanto anche dallo schema che riproduce la clessidra, i triangoli, superiore ed inferiore, si incontrano a metà. Il Gebo capovolto significa invece avarizia, solitudine, dipendenza, sacrificio troppo grande, obblighi, privazioni.
La I corrisponde invece alla Runa numero 11, la lettera i, Isa, il ghiaccio. Isa simboleggia l'immobilità del mare ghiacciato e del ghiaccio in generale. L'impossibilità di cambiare. E' fredda, mortale, immobile. La Runa I è la runa dell'ego degli individui freddi ed immobili, la cui vita è ferma e bloccata. Nelle pratiche magiche viene usata come “contromagia”. La runa I rappresenta la sfida o la frustrazione. Blocchi psicologici nel pensiero e nelle attività. Tempo di tornare all'attesa per fare chiarezza. La lettera Isa capovolta significa: egoismo, cecità, dissipazione, illusione, tradimento, rapina, complotti, imboscate, inganni.
Secondo Walter Leslie Wilmshurst, nel suo “The meaning of Masonry”, “La massoneria non è non religiosa, ma sovrasettaria, ed è diretta ai segreti e ai misteri dell'essere di cui la religione popolare non si occupa”. La libera muratoria insegna i quattro segmenti, ciascuno dei quali forma parte di un cerchio. Il cerchio rappresenta la totalità dell'essere che deve essere equilibrato in tutte le parti. Quando si ottiene questo equilibrio lo spirito diventa interezza completa, con il suo focus al centro, raggiungendo la stato di “coscienza cosmica”. Il cerchio di Wilmshurst è diviso in quattro elementi: Fuoco, Acqua, Aria, Terra; ovvero, corpo fisico, mente razionale, mente emotiva e spirito. Solo quando i primi tre quarti sono riuniti in armonia possono supportare la ricerca della “grande luce”. Il centro è il punto da cui “nessun massone può errare”.
Il "tempio cosmico" di Almenno S.Bartolomeo. La Rotonda di San Tomè
Ad Almenno San Bartolomeo (BG), a pochi chilometri a nord di Brembate di Sopra, si trova un edificio in stile romanico-bergamasco, risalente al XII secolo, dedicato a San Tommaso. L'edificio, a pianta circolare, fu realizzato su un territorio che apparteneva anticamente alla popolazione celtica dei "Galli cenomanni". La chiesa, a struttura circolare, fu realizzata imitando la forma del Santo Sepolcro del Cristo a Gerusalemme, dall'ordine antichissimo dei Maestri Comacini, un ordine di muratori originario del territorio di Como, nominati fin dall'editto del re Rotari del 643. I Maestri Comacini sono considerati tra i primi fondatori degli ordini massonici. La raffinatissima costruzione dell'edificio seguiva delle rigide correlazioni astronomiche. Seguendo le direzioni astronomiche fondamentali la struttura enfatizza i fenomeni naturali, ma anche il passaggio di alcune stelle e le fasi lunari.
Nei giorni di equinozio, un fascio di luce viene proiettato sull'altare, dove in origine si ritiene illuminasse una pietra sacra collocata dentro l'abside, dove ora si trova il tabernacolo.
Il novilunio del Sagittario o del Sepentario del 5 dicembre
Il periodo che va dal 30 novembre al 19 dicembre è definito del Serpentario, l'uccisore di serpenti. E' un segno che si inserisce tra lo Scorpione ed il Sagittario, ed ha una valenza fortemente esoterica e spirituale. Il potere di questo segno sta nella simbologia del serpente che ha il potere di trasmutare cambiando la sua pelle. Il serpente attorcigliato ad un bastone nell'atto della muta è anche l'emblema della medicina. Il legame con il Sagittario è raffigurato nel vendicativo Apollo, che con la sua ira può oscurare il cielo e scoccare le sue saette provocando la morte. Il lato oscuro di Apollo è il legame con lo Scorpione, il segno delle acque tenebrose dell'inconscio. La festività è l'Esbat (un rituale neo pagano dedicato alla luna) di dicembre, il Sabba detto della Luna Quercia, durante il quale viene ricordata la nascita del Sole durante il solstizio.
Due domande finali
Gli investigatori hanno preso in considerazione l'ipotesi che Yara possa essere stata uccisa e/o portata nel campo di Chignolo d'Isola in una data successiva al 26 novembre? Il 5 dicembre era domenica e via Bedeschi era meno frequentata.
E poi, gli investigatori hanno provato a chiedere di ottenere le immagini satellitari per tentare di individuare il corpo di Yara nel campo di via Bedeschi?