Wikipedia: la nostra rete del sapere

par Damiano Mazzotti
sabato 12 giugno 2010

Il libro "La rivoluzione di Wikipedia" (Codice edizioni, 2010), di Andrew Lih racconta l’evoluzione della prima grande enciclopedia creata dal contributo volontario dei cittadini.

Wikipedia (www.wikipedia.it) è un progetto innovativo di enciclopedia on-line, multilingue, collaborativa, neutrale, libera e gratuita, con circa 15 milioni di voci e 22 milioni di utenti registrati. Grazie al lavoro di innumerevoli appassionati Wikipedia è diventa l’enciclopedia più grande del mondo e uno dei dieci siti più visitati. Anche se ha un codice di condotta non esistono regole fisse. Il motto di questo progetto infinito è il seguente: “Immaginate un mondo in cui chiunque possa avere libero accesso a tutto il patrimonio della conoscenza umana” (Jimmy Wales).

Dalle notevoli esperienze accumulate in questa iniziativa si è imparato che è molto meglio abolire gli interventi anonimi, utilizzare i nomi reali dei contributori e che naturalmente è molto vantaggioso riconoscere un livello di esperti con un’autorità extra (Larry Sanger, p. 244). Infatti ancora oggi l’enciclopedia on-line risente dell’effetto “Wilipedia” scatenato dalle bassezze e dall’imbecillità di pochi cretini che si divertivano a scrivere inesattezze e falsità. Bisogna però considerare che gli esseri umani non hanno mai creato nessuna organizzazione perfetta. E se proviamo a pensare agli enormi problemi creati dalle istituzioni religiose più o meno fondamentaliste (seppur animate dalle migliori intenzioni), riusciamo a comprendere che poteva andare molto peggio.

Da un po’ di tempo i contributori non sono più anonimi, ma “Wikipedia rischia di esercitare la sua attrazione solo nei confronti di coloro che siano fortemente inclini alla programmazione, restando inaccessibile ai novellini, avvezzi a metodi di scrittura più immediati” (p. 257). E probabilmente la “Fondazione Wikimedia” si aprirà a nuove esperienze e tecnologie, dato che si è resa indipendente dal fondatore Jimmy Wales, che non ricopre più il ruolo di direttore.

Inoltre in questa pubblicazione si possono pescare degli aforismi veramente deliziosi e siccome rappresentano il mio cibo intellettuale preferito ho deciso di riportarli quasi tutti:

La nostra conoscenza è l’accumulo di pensieri ed esperienze di menti innumerevoli (Ralph Waldo Emerson); Dato un numero sufficiente di occhi, tutti i bug vengono a galla (Eric S. Raymond); Ogni artista è stato prima un dilettante (R. W. Emerson); La storia è troppo seria per essere lasciata agli storici (Ian Macleod); La storia sarà gentile con me, poiché intendo scriverla (W. Churchill); La sola cosa capace di redimere l’umanità è la cooperazione (Bertrand Russell); Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita (Federico Fellini); La vittoria più grande è indurre il nemico ad arrendersi spontaneamente senza arrivare allo scontro (Sun Tzu); Il guaio di combattere per la libertà umana è che si passa la maggior parte del tempo a difendere dei farabutti (H. L. Mencken); Pensa da uomo saggio ma comunica nel linguaggio del popolo; Colui che non può accordarsi con i suoi nemici, finisce per essere controllato da loro (proverbio cinese); L’emulazione è la più sincera forma di adulazione; Prima ti ignorano, poi ridono di te, poi ti combattono, poi tu vinci (Gandhi), Il più grande nemico di una rivoluzione è il suo successo.

Comunque a mio parere l’insegnamento più importante di Wikipedia è stato quello di non prendere tutto ciò che è scritto come oro colato. E questa lezione dovrebbe valere ancor di più per tutto quello che è stato scritto in passato poiché per sopravvivere in mezzo a certi regnanti si potevano scrivere solo certe cose e le troppe traduzioni nel corso del tempo e tra le diverse culture hanno inglobato inevitabilmente molti errori ed equivoci. E ciò sarà accaduto anche negli scritti di quasi tutte le religioni, poiché fino a pochi anni fa religione e potere erano legati in modo indissolubile e molte verità dovevano restare nascoste.

Purtroppo però alcune forme più o meno dirette di censura sopravvivono ancora oggi, perché con la conoscenza si può gestire il potere e dire “La verità è un atto rivoluzionario” (George Orwell). “Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale” (Benito Mussolini, istitutore dell’Ordine dei giornalisti). E la stessa considerazione si può fare per troppi libri.


Note – A tutti gli amanti della cultura italiana segnalo che siamo sesti nella classifica generale delle lingue con più voci registrate su Wikipedia. Davanti a noi ci sono il Giappone e la Polonia con un vantaggio minimo, per cui con un piccolo picco di attività si può raggiungere la quarta posizione dietro le popolazioni di lingua inglese, quelle di lingua tedesca e gli “utilizzatori” della lingua francese (p. 186).

L’associazione Liber Liber collabora con Wikimedia Italia nella progettazione di sistemi informatici aperti e interoperabili: www.openalexandria.org. Inoltre su www.liberliber.it e nel magazine www.paginatre.it ci sono molti e-book scaricabili gratuitamente e si può affermare la piena libertà di parola della cultura digitale: www.frontieredigitali.it. Nel sito c’è una sezione network che segnala www.partito-pirata.it.

Invece a chi deve svolgere studi e ricerche sul mondo digitale consiglio www.audiweb.it e www.ipoque.com (si tratta di un società specializzata in deep packet inspection che gestisce un blog).

 


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