WikiModaVox: Dr. Martens dallo stivale da lavoro al punk rock

par Ambra Zamuner
giovedì 14 ottobre 2010

Nel 1943 Klaus Maertens si ruppe un piede sciando. Come spesso accade dalle tragedie nascono le idee migliori, e Maertens sviluppò il concetto di un nuovo stivale strutturato in pelle morbida che ammortizzasse il contatto con il suolo.
 
Dal 1947 in poi gli stivali entrano in produzione e l'80 per cento dell'entusiasmo fu del pubblico femminile, in special modo quello tedesco. L'incontro con l'inglese Griggs avvenne intorno alla fine degli anni cinquanta, il marchio acquistò il brevetto del modello arrotondando il tacco, ridisegnando la suola e aggiungendo i dettagli delle cuciture gialle e il motto "With bouncing soles".
 
Il 1 aprile del 1960 sono sul mercato i nuovi Dr. Martens a otto buchi, il classico anfibio 1460, tutt'ora in produzione, color rosso ciliegia. Mentre accompagna la vita dei lavoratori inglesi (poliziotti e postini) Dr. Martens si prepara a diventare un segno di riconoscimento di stile rock quando Pete Townshend dei The Who li sceglie come segno distintivo: da allora ne verranno influenzate la cultura mod, skinhead, punk rock, fino a quella metal e dark.

Dal momento in cui i punk scoprono le Converse All star, probabilmente accorgendosi che d'estate non era saggio indossare gli anfibi, i modelli Dr. Martens rompono le barriere delle definizioni musicali e diventano calzature sdoganate in tutto il mondo grazie alla loro storia e all'attenzione ai particolari. 
 
Attualmente ne esistono milioni di varianti, dagli otto ai venti buchi, con punta d'acciaio o senza, di vari colori e fantasie, il punto su cui fare affidamento è la tripla cucitura della tomaia (vuol dire che non si distrugge nemmeno se prendete a calci la batteria) cosa che inevitabilmente fa aumentare il prezzo.
Spendere qualche euro in più per un indistruttibile stivale con tanto di storia non è poi la fine del mondo, considerando anche il fattore tempo che si accanisce come una scure su tutti i tentativi di imitazione che trovate in giro.


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