WikiLeaks: il Prossimo Obiettivo una Banca USA

par 0punto2
mercoledì 1 dicembre 2010

Nel corso di un’intervista a Forbes, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange ha dichiarato che il sito è venuto in possesso di vasta documentazione riguardante un importante istituto di credito statunitense.

I documenti sarebbero migliaia e potenzialmente in grado di “buttare giù più di una banca”, secondo quanto dichiarato dallo stesso Assange. I documenti potrebbero essere messi online all’inizio del prossimo anno. L’intervista di Assange risale all’11 Novembre, dunque prima della recente pubblicazione dei dispacci diplomatici.

Assange ha detto che i documenti offriranno “Una comprensione reale e rappresentativa di come le banche si comportano a livello esecutivo”. Ha anche aggiunto che i documenti avranno un impatto maggiore dei messaggi di posta elettronica dei dirigenti Enron, che rivelarono la corruzione della società nel 2001 e che portarono alle dimissioni dei manager coinvolti.

In queste ore WikiLeaks è sotto il fuoco di ripetuti attacchi informatici DDoS. E non è una buona notizia per WikiLeaks, il fatto che nel team dell’Advanced Research Projects del Pentagono, al lavoro nello sviluppo di una tecnologia che blocchi l’emorragia di notizie riservate, figuri Peter Zatko, alias “Mudge”, uno dei membri storici del gruppo di hacker denominato L0pht e fondato a Boston nel 1992, il quale è considerato uno dei più influenti gruppi di hacker a livello mondiale.

WikiLeaks su Twitter ha definito gli ultimi attacchi DDos “di proporzioni colossali”. Secondo gli esperti, l’attacco subito ieri dal sito ha superato i 10 gigabites al secondo. Un attacco di dimensioni ben superiori a quello che aveva colpito WikiLeaks in precedenza e che era stato rivendicato da un hacker che si fa chiamare “Jester”, il quale si era definito “Un criminale informatico buono, che si batte a favore del bene”.

Intanto, dagli Stati Uniti giungono alcune notizie interessanti, come quella che il New York Times, nei progetti di WikiLeaks non avrebbe dovuto far parte dei media internazionali che hanno ricevuto in anticipo la documentazione diplomatica. Il quotidiano statunitense sarebbe riuscito a ottenerli con un vero e proprio “contro-leak”. Lo ha svelato Bill Keller, direttore del New York Times: “Assange non voleva darceli. Era offeso per alcuni nostri articoli” ha detto il giornalista.

Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, ha definito, ieri, la diffusione dei documenti di WikiLeaks “Un attacco non solo agli Stati Uniti ma a tutta la comunità internazionale”. La sua dichiarazione è giunta quasi in contemporanea con la notizia che il Ministero della Giustizia americano ha avviato delle indagini penali nei confronti di Wikileaks. Lo ha comunicato, Eric Holder, ministro della Giustizia USA.

La Cina ha invece deciso di bloccare l’accesso a WikiLeaks. Il blocco va correlato al fatto che uno dei documenti diplomatici pubblicati dal sito di Assange ha dimostrato le responsabilità del Governo cinese negli attacchi informatici a Google dello scorso Gennaio.

Secondo il nostro Ministro degli Esteri Frattini invece, occorre “Catturare e interrogare Assange per capire che gioco fa e chi c’è dietro di lui”.

Dure nei confronti degli USA le reazioni in America latina: secondo il Presidente venezuelano Chavez, Hillary Clinton dovrebbe dimettersi, mentre l’Ecuador ha offerto asilo politico a Julian Assange. Il fondatore di WikiLeaks è cittadino australiano, ma le autorità del suo Paese stanno collaborando con gli Stati Uniti e potrebbero non solo ritirargli il passaporto, ma anche incriminarlo.


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