Why Not: ecco cosa ha detto Saladino oggi in Procura

par dnanews
lunedì 5 gennaio 2009

Antonio Saladino, imprenditore e tra i protagonisti della vicenda giudiziaria denominata Why Not, originariamente guidata dal Pm Luigi De Magistris, è stato ascoltato oggi in Procura a Catanzaro. Ecco gli appunti ufficiali. (www.dnanews.it)

Antonio Saladino: Ho specificato ai magistrati il mio ruolo nell’ambito della due società Obiettivo Lavoro (OL) e Piazza del Lavoro (PdL).

➢  La prima (OL) si occupa di lavoro interinale, cioè non dà posti ma offre ma opportunità di lavoro a tempo determinato, e mette in pratica la terzializzazione del rapporto di lavoro prevista dal Pacchetto Treu dalla legge Biagi e applicata anche nel “new labour” in Gran Bretagna. Per terzializzazione si intende la fornitura di lavoro utilizzando un terzo soggetto, che è l’agenzia di lavoro, che fa da cerniera tra lavoratore e azienda.

➢  La seconda (PdL) si occupa di intermediazione di lavoro, praticamente di collocamento privato, cioè seleziona le persone e propone i loro curricula ad aziende private e pubbliche, che decidono poi autonomamente se procedere o meno all’assunzione.

➢  Essendo responsabile del Sud Italia per Obiettivo Lavoro ed essendo la mia attività partita dalla Calabria, lavoravo, come tutti ben sanno, in un contesto in cui la disoccupazione è una delle più alte in Europa.

➢  Ero un operatore che la Comunità Economica Europea definisce “sviluppatore di politiche attive del lavoro”, il che vuol dire che quando si incontra un disoccupato gli si fa svolgere un iter formativo e professionale (on the job) sino a quando lo si occupa a tempo determinato o indeterminato. Quindi questo è un lavoro di pubblica utilità, svolto alla luce del sole e sviluppato in Italia da circa 70 società italiane e multinazionali. Il lavoro che io svolgevo è svolto nel nostro Paese da circa 300 persone al mio livello.

➢  Questo lavoro, che è complesso e nuovo da noi, richiede una grande creatività e progettualità, conoscenza di leggi, regolamenti e procedure ed occorrono inoltre relazioni istituzionali qualificate per cui le autorità cercavano me per sviluppare rapporti di collaborazione ed io cercavo loro per sviluppare progetti di politiche attive del lavoro.



➢  Nello svolgere questo lavoro sono stato consulente della Whynot di cui era (insieme ad altri due soci) ed è proprietaria e amministratore la Merante; la Whynot è una società di outsourcing (appalti di servizio) e non interinale (affitto di mano d’opera).

➢  Sono stato, da febbraio 2003 a maggio 2004, presidente del consorzio Brutium
che agiva per nome e per conto dei consorziati tra i quali la WhyNot (di proprietà della Merante e soci). Quest’ultima, per le commesse acquisite, svolgeva tutta l’attività per il 97% del valore della commessa. Il Brutium per le sue attività consortili, tratteneva solo il 3%. Personalmente ho, invece, solo percepito la retribuzione per il lavoro da me svolto e pertanto ho chiesto ai magistrati di constatare rigorosamente la mia situazione patrimoniale ed anche quella della Merante e dei suoi soci.

➢  Tengo a precisare che la mia più grande remunerazione e gratificazione derivava dal contenuto sociale dell’attività da me svolta e, soprattutto, dalla possibilità di offrire lavoro a chi non ne ha. Questo mi ha stimolato ad avere un’apertura nei rapporti con le istituzioni che andava al di là degli steccati ideologici.

➢  Sono meravigliato dalla risonanza che questa vicenda ha avuto.

➢  Essendo intervenuti formalmente ed a vario titolo numerosi soggetti, ho ritenuto opportuno rappresentare all’Autorità Giudiziaria fatti e circostanze, documentalmente provati, che reputavo, per loro, di grande interesse.


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