Vogliamo parlare del lavoro o no?

par Marco Barone
giovedì 7 marzo 2013

Prima perché si era in campagna elettorale, ora perché si deve capire di che governo morire, ma l'Italia continua a vivere l'allarme degli allarmi, l'emergenza ordinaria del lavoro che non c'è, con una indifferenza surreale.

In Spagna si è superato il record di ben 5 milioni di disoccupati. In Italia l'ISTAT ha recentemente reso noto che a gennaio 2013 gli occupati sono 22 milioni 688 mila, in calo dello 0,4% (-97 mila unità) rispetto a dicembre 2012. Su base annua si registra una diminuzione dell'1,3% (-310 mila unità). Il calo dell'occupazione riguarda sia gli uomini sia le donne.
 
Il tasso di occupazione è pari al 56,3%, in calo di 0,3 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi prima. Mentre il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 999 mila, aumenta del 3,8% rispetto a dicembre (+110 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 22,7% (+554 mila unità). La crescita della disoccupazione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile.
 
 
Il tasso di disoccupazione si attesta all'11,7%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a dicembre e di 2,1 punti nei dodici mesi. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,7%, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 6,4 punti nel confronto tendenziale.
 
Certo, si dirà, ma se prima non ci comprende che tipo di governo realizzare, non si può mica parlare di lavoro, economia. Falso, è necessario intervenire con immediatezza in tale campo, le casse del SuperInps sono sempre più assediate da richieste di ammortizzatori sociali, non può durare per l'eternità questa situazione.
 
La campagna elettorale è stata dominata dal tema delle tasse e dal tema dell'anticasta.
 
Temi importanti, ci mancherebbe, ma l'emergenza, divenuta oramai ordinaria, è di altra natura, si chiama lavoro.
 
Le imprese chiudono, giorno dopo giorno, i cassa-integrati aumentano, giorno dopo giorno, non si intravede nessun piano di sviluppo, nessun piano di progettualità, nessun piano per il lavoro.
 
Ci si accorgerà del lavoro quando scoppieranno le rivolte?

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