Voglia di mangiare: pandemia covid code black friday

par Doriana Goracci
venerdì 20 novembre 2020

Da mesi la maggior parte della gente ha libero accesso ai supermercati e compra merce da mangiare, anche da accantonare. Sembra che mai come in questo periodo di confinamento, gatti e cani di casa siano così ingrassati, come chi li ama e ci vive insieme. Io stessa per quanto cerco di camminare e controllarmi, ho messo su parecchi chili che appesantiscono la mia fragile salute di settantenne e allora in questa mattinata piovosa con un certo disgusto leggo la notizia che a Genova a Via Prè nel centro storico, ieri hanno multato varie persone in coda, non per un black friday anticipato ma perché senza mascherina o comunque appiccicati: erano in fila per un pasto caldo, alla mensa dei poveri.

Tra le persone denunciate anche un "bugiardo" che si fingeva minorenne, tant'è che "portato all'ospedale pediatrico Gaslini dalle radiografie è emerso che era maggiorenne." Sembra siano state multate altre sei persone sempre per il mancato rispetto delle norme anti contagio.
 
Ho cercato il nome di questa mensa, li a Via Prè e ho trovato che: " La Provincia attualmente è impegnata specialmente nella pastorale sanitaria, parrocchiale, e nell’annuncio missionario del Vangelo; un servizio molto importante è quello dell’assistenza dei poveri e dei bisognosi, praticato da sempre ed oggi continuato con impegno anche attraverso le “Mense” quotidiane."
 
Un po' di storia: "Nel 1530 (circa) un primo drappello di frati, inviatovi da p. Ludovico da Fossombrone, forse su consiglio della matrona genovese Caterina Cibo, trova ospitalità presso l’Ospedale degli Incurabili in Genova, dove il Magistrato della Pia Opera assegna loro alcune stanze e la chiesa di San Colombano. Pochi anni dopo i frati vengono chiamati a prestare la loro opera presso l’Ospedale di Pammattone, con il quale mantengono un ruolo volontaristico, intensificato nei momenti di particolare emergenza (epidemie, tempi di influenza, ecc.)..." 
 
A Genova sono stata per la prima volta a luglio del 2001, portata lì da una figlia sedicenne che credeva che un altro mondo è possibile. Le nostre convinzioni vacillano ma resistiamo, figurarsi chi cerca da mangiare per sopravvivere.
 
Sono solo le 7.30 del 20 novembre e i giornali hanno battuto la cronaca di questo "evento" della legalità ligure. Mio figlio è già in piedi per andare ad insegnare l'italiano a scuola, a Marsiglia, come la sorella che insegna anche lei ma agli adulti.
 
Federico mi ha, mandato un video per dirmi buongiorno. E' un video in catalano e proprio dalla Spagna era notizia in prima pagina, a maggio del 2020, che l’aumento della povertà aveva provocato conseguenze gravissime dell’epidemia in Catalogna, la regione più ricca della Spagna,e migliaia di famiglie che avevano perso le loro fonti di reddito a causa della chiusura delle attività e della crisi economica sono state costrette a rivolgersi per la prima volta alle mense dei poveri.
E noi in Italia,viviamo alla grande? 
A te che mi leggi, passo questo video , è una piccola chiave di lettura da tenere da conto: tu tieni la chiave.
Doriana Goracci
Foto: Paolo Margari/Flickr

 


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