Viva i supereroi in una società postmoderna

par Angelo Cerciello
sabato 19 maggio 2012

La crisi economica che ormai dura da più di tre anni, le notizie di ogni giorno che riguardano i molteplici suicidi, la disoccupazione crescente, i movimenti di protesta: tutto ciò fa sembrare la realtà in cui viviamo alquanto negativa e deprimente. 

Andando al cinema, qualche volta cisarà capitato di vedere uno di quei film di fantascienza che molto spesso hanno come protagonisti i supereroi dei fumetti: SpiderMan, Batman, Iron Man, L'incredibile Hulk e ultimamente The Avengers (I vendicatori, film che ospita molti supereroi tutti insieme). Questo tipo di cinema negli anni recenti sta avendo molto successo: incassi stratosferici, persone che fanno la fila per vederli. Come si spiega questo fenomeno? Questi film propongono una realtà fittizia molto lontana da quella reale, una realtà dove il supereroe è vittorioso, un supereroe imbattibile, invulnerabile, perfetto con i suoi superpoteri.

Forse questi film hanno successo perché la gente, almeno per la durata del film, si ritrova proiettata in una realtà lontana dalla propria, una realtà in cui si immedesima nel supereroe ed è vittoriosa insieme a lui: insomma una fuga psicogena dello spettatore in una realtà alternativa alla propria con una conseguente immedesimazione nel supereroe di turno.

I vari supereroi, a differenza nostra, non sono fragili, deboli e afflitti dai problemi quotidiani della vita di ognuno di noi: il supereroe alla fine del film esce vittorioso sui suoi avversari, sembra invincibile, forte, senza punti deboli. Quindi i supereroi diventano i nostri paladini, i nuovi dei da adorare, di cui appendiamo sulle pareti i poster che li ritraggono.

Nella società postmoderna dove, come dice Lyotard, sono finite le grandi metanarrazioni, i grandi racconti (il comunismo, marxismo, il cristianesimo, fascismo, nazismo, ecc.) è rimasto un grande vuoto da riempire. Questo vuoto è riempito ogni giorno dall'”immagine”, elemento caratteristico della “società dell'immagine”. Il capitalismo contemporaneo, definito da molti anche “tardo capitalismo”, sopravvive nella sua forma “degenerata”, ossia la società dell'immagine. Ogni giorno siamo bombardati da milioni di immagini e suoni digitali: i film che vediamo, la televisione, i telegiornali, internet, ecc.

I supereroi sono una delle tante espressioni della società dell'immagine: sono parte di quella patina superficiale che ogni giorno ci è posta davanti agli occhi per non vedere quello che c'è dietro: il vuoto esistenziale della società postmoderna, società caratterizzata da frammentazione, insicurezze, paura, psicosi. Riguardo a quest'ultima torniamo al discorso sui film sui supereroi: la fuga psicogena suddetta rientra in tante forme di psicosi presenti nella società contemporanea, isterie di massa che coinvolgono tutti e per questo divengono “normali” e consuete.

Allora viva i supereroi e il loro mondo fantastico con i quali ci possiamo divertire e che ci permettono di trascorrere felici ore di svago...


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