Vittorio Feltri si è fregato da solo?

par WilNonleggerlo
lunedì 16 agosto 2010

Io non credo che una "Scavolini Scenery" da 3 metri e 80 centimetri di lunghezza (fonte: Il Giornale, 14 agosto) sia compatibile con un misero "angolo cottura" (fonte: Il Giornale, 15 agosto) ricavato in un "pièce" (così chiamano i buchi a Montecarlo) di 40 metri quadri, diviso peraltro in 5 spazi.

Della Scavolini come potete ben capire non me ne frega niente, ma del metodo informativo utilizzato me ne importa eccome, perché ci riguarda tutti: per Vittorio Feltri non è importante che il Giornale del giorno dopo smentisca il Giornale del giorno prima. La fornace della delegittimazione non può essere arrestata, e per tenerla accesa ogni carburante è buono, tempesta di cherosene che va scatenata quotidianamente, perché quel "Fini dimettiti" va in qualche modo - in qualsiasi modo - riempito.
 
Ed è così che l’inchiesta originale, sicuramente interessante, viene fagocitata da una mole impressionante di giornalismo cattivo, che parte da un cognato avido, passa per le abitudini sessuali della moglie del Presidente delle Camera, si eccita spiando le gesta vacanziere di una famiglia normale e sfocia in testimoni che probabilmente spergiurano il falso.
 
Ma non importa, oramai l’obiettivo è stato raggiunto: spazzare via Fini era impossibile, ma indebolirlo sì, e ce l’hanno fatta. Che in fondo stavolta non possiamo nemmeno fingerci sorpresi, c’avevano pure avvertito. Del metodo Boffo, dico.

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