Vittoria di Monti a Bruxelles? Cosa ne pensano i giornali tedeschi
par Matteo RadioBozen
giovedì 12 luglio 2012
La crisi dell'Eurozona e dei suoi debiti sovrani rappresenta, ormai da svariati mesi, un tormentone su praticamente tutti i principali giornali europei. Non trascorre giorno in cui non vengano presentate analisi, commenti e report sulla situazione dell'Unione Europea e l'instabilità che colpisce la sua moneta.
In Italia la nostra comprensione delle dinamiche mediatiche risulta inquinata da 20 anni di duopolio mascherato dove le notizie venivano sistematicamente non censurate, ma deformate. Con l'arrivo di Monti, i toni trionfalistici delle liberazione nazionale hanno preso possesso di tutte le principali redazioni e molti giornalisti, forse ancora ebbri di gioia per la scomparsa del Caimano, si sono lasciati incantare dalla nuova strategia mediatica dei tecnici. Proprio questo cambio di stile ha rappresentato la principale risorsa del nuovo governo dato che gli ha permesso di avere il supporto della grande stampa italiana, relegando le critiche ai margini o lasciando questo compito ad editori minori.
Per la Sueddetusche Zeitung, giornale di orientamento progressista, le dichiarazioni di Monti rappresentano un sostanziale pericolo per il Meccanismo essendo l'Italia la terza economia europea dopo Germania e Francia. Il fatto che Monti non escluda (più) l'utilizzo degli aiuti europei per comprare titoli di Stato italiani preoccupa notevolmente il giornale che utilizza il verbo "oracolare". Gli aiuti all'Italia infatti potrebbero richiedere delle capacità che l'Unione Europea al momento non ha. Vengono sottolineate anche le critiche di Monti a Finlandia e Olanda che vorrebbero evitare di rendere più diretti gli aiuti a Spagna e Italia.
La cosa che accomuna però tutti i maggiori giornali italiani e germanici è la necessità di procedere verso un'unione bancaria ed una maggiore integrazione fiscale e politica europea. L'unico punto discordante rimane quello della condivisione dei debiti che la Germania continua a non volere perché la ritiene una mossa "tappabucchi" proposta dai Paesi in crisi per risolvere temporaneamente il problema della sfiducia dei mercati senza portare nessun tipo di aggiustamento ai propri conti pubblici.
In conclusione possiamo dire che alla celebrazione mediatica dei successi di Monti in Europa non si complementa una critica delle sue politiche. Ciò rappresenta un problema, dato che sono proprio queste politiche di distruzione dello stato sociale, delle conquiste operaie e dei diritti di base che consentono a Monti di ottenere legittimità politica in Europa davanti, in primis, alla signora Merkel.
I successi di questo governo a livello europeo vengono dipinti come delle conquiste nazionali di cui Monti è il condottiero, mentre quando qualcuno cerca di dare voce alle persone che subiscono le politiche del governo questo viene zittito come fosse un traditore.
Davvero strana questa democrazia in cui la libertà di espressione e di pensiero viene posta in secondo piano e chi la pratica viene costretto a ritrattare. Mi ricorda molto la stagione politica che siamo appena lasciati alle spalle, in cui chi non era d'accordo con chi governava veniva censurato, boicottato, insultato ed eliminato dalla sfera dell'opinione pubblica. I modi sono differenti ma il risultato è il medesimo: a livello mediatico non c'è posto né per il dissenso né per l'articolazione di un'alternativa.