Vito, Rocco e Antonio: la scorta di Falcone. Ricordiamo anche loro

par Violavi
mercoledì 23 maggio 2012

Nel giorno del ricordo della morte di Giovanni Falcone, ricordiamo anche loro: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Morinari, tre uomini, altre tre vite uccise dalla mafia. 3 Medaglie d'oro al valore civile.

La strage di Capaci, il pomeriggio del 23 maggio 1992, che tutti ricordano con dolore ma anche con passione, con la passione per un uomo che ha combattuto contro un grande nemico invisibile, quale la mafia, ha visto la morte anche di questi 3 agenti (tutti pugliesi) della Scorta, tre uomini coraggiosi.

Vito Schifani 1965-1992

di Palermo, 27 anni, sposato con Rosaria di 22 (di cui tutti ricordiamo il pianto in Chiesa durante i funerali e le parole toccanti "io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare…") e con un figlio di pochi mesi. Era lui alla guida della Fiat Croma marrone che scortava il magistrato Falcone e la moglie Francesca nella loro Croma bianca dall'aeroporto di Punta Raisi a Palermo. Vito era un atleta, quella sera aveva una gara, specializzato nei 400 metri e, non a caso, lo Stadio delle Palme di Palermo è stato intitolato a suo nome.

 

Rocco Dicillo 1962-1992

di Triggiano, Rocco lascia l'università dopo aver superato il concorso di Polizia. Dall'89 entra a far parte del servizio Scorta. Già in quell'anno aveva rischiato di perdere la vita nell'attentato fallito dell'Addaura, ma nella strage di Capaci era seduto posteriormente in quella sfortunata macchina marrone. L'ottava edizione della Biennale Dicillo lo ricorda ancora, attraverso l'arte, per sottolineare l'importanza della legalità e l'impegno nel sociale.

 

Antonio Montinari 1962-1992

di Calimera, era seduto alla destra di Schifani, era il capo della scorta: 30 anni, sposato con Tina Martinez e due figli. Aveva lavorato 4 anni a Bergamo nel 113, poi alla sezione Volanti. Si racconta che avesse chiesto un cambio di turno quel giorno per scortare il suo magistrato. Così racconta il fratello, Brizio, in un'intervista: "Ci siamo visti l’ultima volta al funerale di papà, io rientrato da Firenze e lui da Palermo. Mentre la salma era ancora in casa, in un’altra stanza, mi raccontava dettagli e specificità di Giovanni Falcone. Traspariva la stima e la dedizione al personaggio". 

 

A partire da un libro di Rosaria Schifani e Felice Cavallaro e dalle testimonianze dei familiari delle vittime, la regia di Claudio Bonivento ha firmato un film per la tv, andato in onda il 18 maggio su La7 che vuole ricordare i tre poliziotti (interpretati da Antonio Vito Di Bella, Francesco Venditti e Lorenzo Roma). Nel cast Tony Sperandeo e un cameo di Massimo Ghini.

Per chi non l'avesse visto, ecco l'intero video.

Chiudo con le parole di Antonio Montinari: «Chiunque fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualche cosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. È la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell'ottica umana» e, ancora, scherzando avrebbe anche ironizzato con un fotografo sulla possibilità che qualcuno lo avrebbe prima o poi fatto saltare in aria... sappiamo bene, purtroppo, che è andata così.





IL RACCONTO: L’attentatuni di Capaci. Palermo si risveglia, Falcone muore

 


Leggi l'articolo completo e i commenti