Virginia Raggi parte male e il PD - complice - tace

par ggv84
mercoledì 6 luglio 2016

Diciamoci la verità: l’inesperienza dei 5 Stelle nelle amministrazioni locali non è certo una novità e potrebbe essere addirittura perdonabile se applicassero l’ABC della sana gestione politica dei Comuni. Pertanto appare assurdo che nessuno nel MoVimento 5 Stelle si sia posto il problema di pensare ai nomi della Giunta romana prima dell’elezione di Virginia Raggi, data anche la certezza della vittoria. Tanto più che anche i peggiori partiti che dicono di voler combattere ci hanno pensato e – stranamente – hanno mantenuto la promessa. Ciò che mette rabbia è soprattutto la presa in giro nei confronti dei cittadini, avendo il sindaco Raggi utilizzato come scusa che metà dei componenti della Giunta non volevano rivelarsi “per privacy”. Qualcuno ha spiegato a Lei e ai futuri assessori che – da che mondo è mondo – gli assessori sono cariche pubbliche pagate dai cittadini e che pertanto DEVONO metterci la faccia? O pensavano di governare da casa tramite nickname? Sarebbe questa la trasparenza del MoVimento?

Il resto è storia: dopo la vittoria elettorale, scontri interni sulla base di presunti dossier, minacce, nomine mancate, tra cui quella dell’ex alemanniano Marra, finché è dovuto arrivare Beppe Grillo in persona a sistemare il caos. Ma per quanto tempo?

E’ inutile nascondersi dietro a un dito: Virginia Raggi è partita molto male. Avrebbe dovuto smentire le malelingue, mostrandosi decisa ed indipendente e così non è stato, lasciando intendere ancora una volta di essere troppo succube di Grillo e Di Maio (ricordate la frase “Se Grillo chiedesse, mi dimetterei”). L’impressione è che la scelta del candidato sia caduta sulla Raggi in quanto più “malleabile” degli altri. In questo senso, ha sbagliato De Luca ad appellarla in maniera sessista come “bambolina”. Sarebbe stato più corretto il termine “marionetta”, così come Renzi è la marionetta di Berlusconi e Vendola era la marionetta dell’Ilva.

La stessa visita al Papa è stato un gesto troppo democristiano o “alla Marino” per essere definito come innovativo. Anche perché, invece che mostrare i video dei problemi della periferia a Papa Francesco, forse sarebbe ora che la Raggi pensi a come risolverli, essendo sua competenza…

Ma quello che lascia perplessi è il silenzio complice delle opposizioni, che a questo punto dovrebbero cominciare a chiedere le dimissioni della Raggi. E invece Giorgia Meloni tace, evidentemente perché dopo il rientro dei Marò non sa più di cosa parlare. Ma soprattutto lascia di stucco il PD, il quale dopo aver fatto di tutto per far dimettere Ignazio Marino, non dice una parola su Virginia Raggi, sulla cui elezione ha peraltro pesanti colpe. Perché, ad esempio, il PD ha puntato sullo sfavoritissimo Giachetti? E perché adesso tace sulla Raggi? A questo punto sorge un dubbio legittimo: vuoi vedere che ci sia dietro un inciucio nascosto tra PD e 5 Stelle? Mi costa ammetterlo, ma per una volta forse Paola Taverna, quando parlò del famoso “complotto per far vincere il Movimento 5 Stelle” aveva detto qualcosa di esatto.


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