Violenza contro i professori. Facciamoci qualche domanda...

par Andrea Piazza
martedì 29 marzo 2011

Sono uno studente di V ginnasio, vivo cinque e più ore al giorno dal lunedì al venerdì in una scuola; da quando sono entrato alla materna fino alle superiori i miei genitori mi hanno sempre insegnato una cosa: gli insegnanti sono tali perché hanno studiato e hanno precisi doveri, di onestà, trasparenza e di tramandare la cultura e formare il futuro, doveri che portano a compimento sempre con il massimo impegno; chi non svolge così il proprio lavoro, non è un insegnante. Eppure quello che ho letto nei giorni scorsi mi ha fatto un attimo rabbrividire...

“La Repubblica”, 24 marzo 2011, pagina 29. Titolo:

La rivolta dei prof contro i genitori, «Basta aggredirci per i voti dei figli»”.

Subito ho pensato a diverse cose ma, anche nella mia esperienza di studente, mai avrei immaginato quanto poi ho letto nell’articolo. Vediamo velocemente alcuni fatti:

Ora, man mano che andavo avanti a leggere questi episodi mi sembrava di vivere in un’altra dimensione... ma dove? Ma stiamo scherzando? Genitori che difendono i figli ad oltranza, che aggrediscono con parole, insulti e soprattutto con le mani i professori? Ma siamo diventati degli emeriti cretini?

Vediamo i casi uno per uno, molto velocemente, giusto per focalizzare l’attenzione:

Di fianco a questo articolo c’erano due colonne di consigli per professori e genitori per evitare questi episodi; già il fatto che un giornale debba pubblicare questi consigli è scandaloso in un Paese evoluto (o che come tale si presenta) come il nostro. La cosa che però mi ha letteralmente lasciato senza parole è stato l’ultimo consiglio per i genitori... riporto testualmente:

“Non spingere l’insegnante in un angolo, non urlargli in faccia “hai rovinato mio figlio”, non prenderlo a botte”.

Ma dico... serve un giornale per ricordare questa cosa? Serve un giornale per ricordarci che la libertà finisce dove inizia quella del mio prossimo? Serve un giornale per ricordarci che è assurdo, oltre che reato, prendere a botte un insegnante perché ha bocciato il figlio o l’ha richiamato? Dunque è questo l’esempio che viene dato a noi giovani? Serve un giornale per dircelo?

Se la risposta è sì allora io comincerei a preoccuparmi... seriamente.

Cari ragazzi, cari studenti, cari genitori e cari adulti... forse è ora di iniziare a farsi qualche domanda.

Chissà mai che troviamo anche una qualche risposta.


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