Verso il berlusconismo senza berlusconi
par Zag(c)
martedì 16 agosto 2011
Grande manovra di avvicinamento per il berlusconismo senza berlusconi. I tessitori sono Alfano, Casini, Rutelli, e Fini. Le truppe cammellate gli attuali ribelli alla manovra classista di Tremonti. La tela, per il momento, è l'aggiustamento alla manovra e nel particolare nella super (sic) Irpef per i redditi da lavoro superiore ai 90.000 euro. L'obiettivo è la costituzione del Grande Partito Popolare Europeo. (GPPE). Alfano ha già fissato un incontro con i ribelli ed esponenti dell'UDC.
Occorre trovare un'intesa per scaglionare (non abolire) l'addizionale Irpef in due anni (praticamente non rimane nulla: fra deduzioni, cavilli ed eccezioni alla fine rimarrà solo il principio, senza polpa). Questa verrebbe sostituita in aggiunta da un aumento dell'IVA. Si è calcolato che ciò comporterebbe un introito di circa 6 o 15 miliardi per ogni punto innalzato a seconda se si applica solo ai beni già al 20% o anche a quelli al 10%. Un bel cambio non c'è che dire! Ma, udite udite, Tremonti pone un problema! Proprio lui che quando fu introdotto l'euro rifiutò in maniera assoluta che i commercianti potessero approfittarne per facili guadagni e che l'inflazione mascherata era solo dovuto al fatto che vi fosse l'euro in metallo e non in cartamoneta.
Ebbene proprio lui ora si ricrede ed afferma che un punto di aumento comporterebbe un aumento di centesimi. Per esempio un caffè passerebbe da un euro a un 1,01. Cosa farà il commerciante? Continuerà a far pagare 1 euro o lo farà pagare 1,10?
Bella domanda! Ma sopratutto una bella affermazione di impotenza. In Italia i commercianti e liberi professionisti possono fare quel che vogliono con i prezzi... Il governo è impotente!
La considerazione è ancora una volta desolante. L'aumento dell'IVA è una tassazione indiretta e sui consumi. Chi pagherebbe, ancora una volta, è la classe popolare. Ma non solo, così facendo si abbassano i consumi, che sono il motore di una possibile ripresa.
Se si volesse veramente superare la crisi, se questa fosse realmente l'obiettivo di questa manovra (ma è ormai evidente che così non è) si sarebbe dovuta abbassare l'IVA, per i beni necessari e primari, passandola dal 20 al 10%, alzarli per i beni di lusso (SUV, macchine di grossa cilindrata, panfili, gioielli, diamanti ecc ecc). Si potrebbero così facilitare i consumi per le classi più colpite dalla crisi, incrementare la produzione per questi generi e far pagare la crisi anche a quelle classi che nella crisi se la spassano!