Veronesi, il nucleare e gli sponsor della sua Fondazione

par wowblog
venerdì 4 marzo 2011

Come reagire ad un’intervista come quella concessa da Umberto Veronesi ieri a “La Stampa”? La prima reazione sarebbe di sdegno, per la faciloneria con cui viene trattata una materia molto delicata come il nucleare. Ma poi subentra la tristezza per quest’uomo che sembra proprio non sapere di cosa sta parlando.

Solo con l’ignoranza si possono sopportare frasi senza senso come:

“garantire la sicurezza nel funzionamento ordinario, non è un obiettivo difficile”;

“nessuno mai al mondo è morto per inquinamento da scorie”;

“una centrale è studiata per durare da 60 a 100 anni. Se anche ne trascorrono 10 per averla operativa, certo non potrà essere considerata vecchia”;

(sulle piccole radiazioni quotidiane sprigionate dagli impianti) “E’ un’invenzione assoluta. Non esce nulla. Meglio, esce dell’acqua, che può avere minime quantità di radiazioni, ma molto inferiori anche rispetto al livello di legge. Non crea problemi”;

“Solo una piccola parte delle scorie richiede millenni per depotenziarsi completamente. Vanno messe in sicurezza, e ci sono le soluzioni per farlo, dentro una montagna o a grandi profondità. Al tempo stesso, si stanno affinando tecniche per renderle innocue più in fretta. Soprattutto, l’Italia potrà non avere depositi di scorie pericolose”.

L’unica spiegazione quindi resta l’ignoranza, a meno che non si faccia un salto sul sito della Fondazione Veronesi e dare un'occhiata ai partner. Lì forse comincerebbe a sorgere qualche dubbio sull’ignoranza di Veronesi in materia di nucleare e quanto invece il portafogli della Fondazione possa essere centrale nelle sue argomentazioni.


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