Venezia 2024. Biennale College Cinema: i film di un laboratorio maieutico
par Bruna Alasia
lunedì 26 agosto 2024
âPunto di riferimento internazionale in campo cinematografico, unico esperimento che esista tra i festival, la Biennale College Cinema – realizzata a partire dal 2012 dalla Biennale di Venezia con il direttore della Mostra cinematografica Alberto Barbera e la responsabile del programma Savina Neirotti – è una "bottega d'arte", laboratorio di alta formazione, ricerca e sperimentazione per lo sviluppo e la produzione di film, aperto a registi e produttori emergenti di ogni parte del pianeta.
Segue i giovani talenti nella realizzazione delle loro opere, le proietta al Lido nei giorni di Mostra e il pubblico italiano ha l’opportunità di guardarle anche in streaming attraverso una “Sala Web” cui collegarsi. La sua sfida è quella di realizzare lungometraggi a costi ridotti e in tempi brevi con un controllo totale sul ciclo di produzione: il budget stanziato deve bastare e non sono ammessi co-finanziamenti. In merito, ogni anno la Biennale rende noto un bando di concorso. Nel 2022 in occasione del decennale, è stato pubblicato il volume “Dieci - Biennale College Cinema 2012–22”, con interventi di Roberto Cicutto, Paolo Baratta, Alberto Barbera, Savina Neirotti, Glenn Kenny, Stephanie Zacharek, Federica Polidoro, Michel Reilhac, Jane Williams, interviste agli autori dei film, dati e cifre di ciascuno dei progetti prodotti o sviluppati. In esso, nel saggio “La scommessa”, Alberto Barbera e Savina Neirotti scrivono come nel 2011 siano stati motivati a rischiare dalla mancanza, nei progetti europei dedicati alla formazione di sceneggiatori, registi e produttori, di un percorso che contemplasse non solo lo sviluppo di sceneggiature e le modalità di accesso al mercato, ma una vera e propria attività di produzione di opere prime e seconde. Aggiungendo come l’assenza o scarsità di fondi pubblici spingesse molti autori a trovare soluzioni creative a progetti davvero originali.
Nel saggio Socrate a Venezia sottolineano Michel Reilhac e Jane Williams: “Biennale College Cinema è anche un avvicinamento all’approccio di Socrate all’insegnamento: la maieutica è il principio guida al centro dei programmi di Biennale College Cinema(…) un metodo per inspirare nuove idee nell’altro, un metodo per far emergere nuove idee attraverso il ragionamento e il dialogo(…), un insegnante/ tutor che usa metodi maieutici può essere considerato come una levatrice intellettuale che aiuta gli studenti a far emergere idee e concezioni finora latenti nella loro mente(…) Gli esperti selezionati da Biennale College (sceneggiatori, produttori, registi, artisti, esperti di mkt e vendite attivi e affermati nei loro campi) non assumono mai il ruolo di insegnanti, sono colleghi con maggiore esperienza rispetto ai team creativi presenti con i loro progetti. Sono tenuti a lasciare l’ego a casa e usare la propria esperienza per aiutare i partecipanti a trovare la loro storia e i loro film. Non gli viene chiesto di dire ai partecipanti come il film lo farebbero loro, ma di porre domande che spingano i team a riflettere su ciò che stanno cercando di esprimere (…) In questo processo non c’è una verità. Ci sono molte vie. Spetta ai singoli gruppi scegliere la propria”. Dimostrazione di come la Mostra di Venezia sia aperta alle pratiche più all’avanguardia per lo sviluppo della creatività: ultimamente di maieutica si è infatti parlato molto nel centenario della nascita del pluricandidato al Nobel per la Pace Danilo Dolci, che partendo da basi socratiche, mise a punto un metodo maieutico, per il quale venne edificata, senza fondi dello stato, una scuola primaria – tuttora funzionante a Partinico (PA) – progettata all’inizio degli anni ‘70 dagli architetti milanesi Giancarlo e Giovanna Polo.
Negli ultimi dodici anni, Biennale College Cinema ha realizzato 41 lungometraggi di registi emergenti (alla loro opera prima o seconda) che hanno ottenuto riconoscimenti sia nazionali che internazionali. Tra i film di maggior successo, citiamo: This Is Not a Burial, It’s a Resurrection di Jeremiah Mosese (2019, 76. Mostra del Cinema di Venezia) opera dal Lesotho che fu scelta per rappresentare il Paese agli Oscar, nella categoria Miglior film internazionale; Our Father, The Devil (2021, 78. Mostra del Cinema di Venezia) della regista di origine camerunense Ellie Foumbi, nominato agli Spirit Awards; The Fits, uno dei primi successi del programma (2015, 75. Mostra del Cinema di Venezia) che poi portò la regista Anna Rose Holmer al Sundance; The Cathedral di Ricky D’Ambrose (2021, 78. Mostra del Cinema di Venezia), premiato con il prestigioso John Cassavetes Award agli Independent Spirit Awards.
I 4 film che verrano presentati quest’anno – da venedì 30 agosto a lunedì 2 settembre, Sala Giardino, fascia oraria delle 17:00 - sono:
IL MIO COMPLEANNO
di CHRISTIAN FILIPPI, produttore: LEONARDO BARALDI
con Zackari Delmas, Silvia D’Amico, Giulia Galassi, Simone Liberati, Federico Pacifici, Nicolò Medori, Carlo De Ruggieri / Italia / 90’
MEDOVYI MISIATS (HONEYMOON)
di ZHANNA OZIRNA, produttore: DMYTRO SUKHANOV
con Ira Nirsha, Roman Lutskyi / Ucraina / 84’
JANUÁR 2 (JANUARY 2)
di ZSÓFIA SZILÁGYI, produttrici: DÓRA CSERNÁTONY, LILI HORVÁT
con Csenge Jóvári, Zsuzsanna Konrád / Ungheria / 86’
THE FISHERMAN
di ZOEY MARTINSON, produttori: KOFI OWUSU AFRIYIE, KOREY JACKSON
con Ricky Adelayitar, Endurance Dedzo, William Lamptey, Kiki Romi, Dulo Harris / Ghana / 105’
In sintesi, i temi dei quattro film si snodano attorno a differenti universi narrativi e riflettono la visione delle 3 autrici e dell'autore di questa dodicesima Biennale College Cinema su questo mondo:
Un giovane sull'orlo dei suoi 18 anni vive in una casa famiglia e si destreggia su un filo sottile e precario. Da qualche parte sua madre, con gravi disturbi della personalità: è presente nei suoi pensieri, desidera rivederla ad ogni costo. ( IL MIO COMPLEANNO)
In Ucraina, le questioni esistenziali si fanno incalzanti in un contesto di pericolo mortale: esiste ancora la possibilità di un futuro migliore? ( MEDOVYI MISIATS/ HONEYMOON)
Una storia di separazione raccontata da una prospettiva unica. (JANUÁR 2 /JANUARY 2)
Una commedia fantasy che scalda il cuore, con un moderno pesce parlante nel suo centro. (THE FISHERMAN)